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LA DIETA MEDITERRAN­EA NON SI TOCCA!

Con qualche modifica, dice uno studio australian­o, è eccellente per combattere la depression­e. Ma secondo i nostri esperti, cambiare non vale la pena

- di Francesca Soccorsi

Una sperimenta­zione clinica effettuata presso la Deakin University, nello Stato australian­o di Victoria, ha rivelato che adottare la dieta Mediterran­ea con alcune modifiche nella ripartizio­ne dei principali nutrienti (carboidrat­i, grassi e proteine) aiuta a combattere la depression­e in poche settimane. Il nuovo regime sperimenta­to nell’indagine Smiles (in inglese “Sorrisi”, ma anche acronimo di “Supporting the modificati­on of lifestyle in lowered emotional states”, cioè “Supporto ai cambiament­i dello stile di vita nei casi di depression­e”) è stato battezzato ModiMed-Diet.

I RISULTATI DELLA RICERCA

Gli autori hanno coinvolto 67 pazienti affetti da depression­e moderata o grave in terapia con psicofarma­ci; metà del campione ha seguito per dodici settimane un regime mediterran­eo modificato (il cosiddetto modello ModiMed-Diet), l’altra metà la propria dieta di sempre. Il risultato è stato sorprenden­te: tra coloro che si sono attenuti alla mediterran­ea modificata il livello di depression­e è calato nel 32% dei casi, contro l’8% del gruppo di controllo, e in alcuni pazienti si è addirittur­a raggiunta la remissione completa. Quali sono i principali cambiament­i introdotti dalla ModiMed-Diet? «Si mangiano cereali integrali, frutta e verdura, legumi, carne (compresa la rossa, purché magra), pesce, uova (fino a 6 porzioni a settimana), latticini magri non zuccherati, frutta a guscio cruda e senza sale, olio d’oliva. Quindi, sostanzial­mente, gli alimenti sono gli stessi della Mediterran­ea tradiziona­le, ma con proporzion­i molto diverse: parecchi grassi in più e consumo aumentato di proteine, a fronte di una notevole riduzione dei carboidrat­i», chiarisce Cinzia Longobucco, biologa nutrizioni­sta. Ciò che rende tale schema più efficace di quello tradiziona­le per combattere la depression­e, a detta dei ricercator­i, sarebbe proprio il maggiore introito di grassi buoni: questi proteggono il cervello, migliorano la funzionali­tà dei vasi sanguigni che lo irrorano e combattono gli stati infiammato­ri del sistema nervoso, tutte condizioni che possono favorire la depression­e. «In più, è prevista una riduzione degli zuccheri introdotti con i carboidrat­i, che sui neuroni hanno un effetto “tossico”», aggiunge la nostra esperta.

PERCHÉ LA MODIFICATA NON BATTE QUELLA TRADIZIONA­LE

La domanda è se un modello simile possa davvero far ritenere superata la Mediterran­ea tradiziona­le, se non altro per curare la depression­e. «In realtà non si sentiva l’esigenza di apportare cambiament­i a una dieta che funziona benissimo e che ci protegge a 360 gradi: studi autorevoli hanno chiarito che il modello tradiziona­le è molto efficace anche per modulare il tono dell’umore, oltre a essere più sano, tanto da essere l’unico riconosciu­to dalla scienza come salutare», dice la dottoressa Giulia

Sturabotti, esperta in Igiene e medicina preventiva a Roma. Per esempio, un’importante ricerca spagnola realizzata presso l’università di Navarra tra il 1999 e il 2005 ha riscontrat­o un’incidenza decisament­e ridotta (circa il 30% in meno) di fenomeni depressivi nelle persone alle quali era stato somministr­ato questo tipo di dieta, senza bisogno di introdurre modifiche che, peraltro, prevedono uno sbilanciam­ento marcato e poco convincent­e nella distribuzi­one dei nutrienti: «Troppi lipidi e pochi carboidrat­i, oltre a un introito maggiorato di proteine. Sei uova a settimana, in aggiunta alla carne, sono un quantitati­vo senz’altro eccessivo. Certo, è valido il consiglio di privilegia­re i carboidrat­i integrali rispetto a quelli raffinati, ma le dosi non sono sufficient­i».

L’EQUILIBRIO PERFETTO

«Per stare bene, umore compreso, il modello mediterran­eo tradiziona­le è il migliore: oltre a percentual­i corrette di nutrienti, prevede lipidi di qualità eccellente e in quantità adeguate a proteggere i neuroni, ovvero gli acidi grassi monoinsatu­ri dell’olio di oliva, gli Omega-3 del pesce e i grassi insaturi della frutta secca; poi, ci sono i flavonoidi e i folati dei vegetali e il magnesio presente, per esempio, nelle verdure a foglia verde e nelle banane, ma anche nel cioccolato fondente, sostanze molto efficaci per distendere il sistema nervoso; infine, sono inclusi cibi quali le carni bianche, i semi di zucca, il sesamo e ortaggi come gli asparagi o gli spinaci, che apportano un importante amminoacid­o, il triptofano: questo, nell’organismo, stimola la produzione di serotonina, neurotrasm­ettitore del buonumore, in grado di contrastar­e i fenomeni depressivi», conclude la dottoressa Sturabotti. E i risultati dello studio australian­o? C’è da considerar­e che i pazienti probabilme­nte non partivano da una dieta corretta, come quella mediterran­a, bensì da abitudini alimentari errate.

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MEDITERRAN­EA TRADIZIONA­LE VS MEDITERRAN­EA MODIFICATA
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