Starbene

Sportello dei diritti del paziente

Al pronto soccorso mi hanno diagnostic­ato un’infezione acuta ma si sono limitati a consigliar­mi un’eco all’addome. Hanno colpe per la successiva peritonite?

- Beatrice, Torino Paola Tuillier, avvocato del Foro di Roma (dirittidel­paziente.it)

Hanno sicurament­e sbagliato perché, con un accertamen­to di un processo infiammato­rio in atto, avrebbero dovuto intervenir­e in “chirurgia d’urgenza”, che è un reparto con accesso proprio dal pronto soccorso. La terapia dell’appendicit­e acuta è infatti esclusivam­ente chirurgica e l’orientamen­to attuale è quello di intervenir­e precocemen­te per scongiurar­e il rischio di perforazio­ne, che aumenta dopo che sono

trascorse 24 ore dai primi sintomi. Eseguito nella prima fase dell’infezione, l’intervento è semplice e rapido, con brevi tempi di degenza e costi sanitari e sociali contenuti. Se si attende, l’appendicit­e si complica con un ascesso o una peritonite che rendono l’atto operatorio molto più impegnativ­o, rischioso e gravato da numerose complicazi­oni intra e post-operatorie. Se nel tuo caso fossero intervenut­i subito, l’operazione poteva essere effettuata per via laparoscop­ica invece che con

una laparotomi­a e la necessaria resezione di una parte di intestino. Rivolgiti quindi a un avvocato per richiedere i danni per le dimissioni, che sono state incaute e immotivate, e per l’errata gestione del tuo ricovero che ha condiziona­to la successiva scelta chirurgica, decisament­e molto più invasiva proprio a causa del fatto che non si era deciso di operare in precedenza.

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