Ma perché è sempre stanco?
Spalmato sul divano o immobile davanti al computer, sembra un’ameba. Tutta colpa della noia
Per molti adolescenti la stanchezza è una compagna quotidiana: al suono della sveglia sono già sfiniti, in classe si appisolano sul banco, il pomeriggio lo passano tra sbadigli e pause-divano. Anche tuo figlio fa così e tu sei preoccupata? «Se a scuola si ringalluzzisce all’intervallo o con la sua materia preferita, se a casa ha improvvisi scatti di vitalità, per esempio quando gli amici si fanno vivi in chat o quando c’è la sua serie prediletta in tivù, se alla sera non trova mai la strada per andare a letto, puoi stare tranquilla», rassicura Roberto Pozzetti, psicoterapeuta e psicoanalista a Como.
CHE COSA C’È SOTTO
«Questa spossatezza non è una malattia, ma un tipico fenomeno contemporaneo, come spiega il filosofo sudcoreano-tedesco Byung-Chul Han nel saggio La società della stanchezza», prosegue l’esperto. «È il modo in cui il corpo comunica la mancanza di interesse, di desiderio. Ecco perché il ragazzo la manifesta soltanto a tratti, e precisamente quando è alle prese con qualcosa o qualcuno che non lo appassiona. Non solo: talvolta è anche una forma inconsapevole di difesa verso le troppe aspettative e richieste (della famiglia, degli insegnanti, dei coetanei). Nel momento in cui si sente oggetto di eccessivi sogni, speranze, pretese, l’adolescente cade preda di dubbi, ansia, senso di inadeguatezza. E reagisce “spegnendosi”».
L’ERRORE
«Sollecitare vigorosamente una reazione di tuo figlio (“Alzati da quel letto!”, “Forza, apri il libro”, “Fatti un caffè, se proprio non riesci a stare sveglio”) non è una buona idea, innanzitutto perché aumenta la pressione su di lui e, di conseguenza, la sua fiacchezza», rivela Pozzetti. «E poi tutti tendiamo a rifiutare gli imperativi, a maggior ragione chi, come i ragazzi, è in una fase di ricerca di autonomia. Facilmente loro li prendono come segnali di sfida e li utilizzano come pretesto per uno scontro. Capita anche che li ignorino del tutto oppure che obbediscano senza desiderio, passivamente, o con un sottofondo di ribellione. In ogni caso i comandi non risolvono il vero problema, cioè l’assenza di entusiasmo».
LA SOLUZIONE
Secondo lo psicoanalista, l’ideale sarebbe riuscire a contagiare l’adolescente con il tuo stesso entusiasmo, per esempio mostrandogli che il tuo lavoro ti appassiona. Prova anche a spiegargli che le energie ricavate da ciò che ami fare e dalle persone che ti piace frequentare sono il carburante necessario a sostenere attività e relazioni sgradite, alle quali nessuno si può sottrarre. Più che gli esempi e le parole, però, potrebbe essere decisiva l’esperienza in prima persona, quindi coinvolgilo in attività stimolanti e dagli modo di scoprire storie avvincenti e modelli a cui ispirarsi. Il tutto rispettando i suoi tempi e le sue inclinazioni, per non rendere questa lotta alla stanchezza davvero... stancante sia per lui sia per te!