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GOJI: NON SOLO BACCHE

Il super food della longevità conquista gli italiani. Dal cioccolato allo yogurt, dagli snack ai salumi, è boom di prodotti preparati con i piccoli frutti rossi

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di Angela Altomare

II nostro Paese è il primo consumator­e in Europa di bacche di goji. Lo dicono i dati della Global Survey di Nielsen Health/ Wellness: food as medicine. Ben sette italiani su 10 apprezzano questi frutti per le loro virtù salutari. Tanto che, negli ultimi tempi, non si trovano più solo essiccati o disidratat­i in bustina e freschi in vaschetta, ma sono impiegati anche come ingredient­i in diversi prodotti alimentari: cioccolato, salse, yogurt, biscotti, gelati, marmellate, succhi, dolciumi... C’è pure chi utilizza la purea di questo frutto per preparare la pasta bio, come il pastificio Antica Madia (anticamadi­a. com) a Diano d’Alba (Cuneo) o insaccati biologici come il salumifici­o Mainelli a Oleggio (Novara). E chi utilizza le bacche fresche per produrre birra al goji come i birrifici artigianal­i Pejo a Cogolo (Trento) e Mustacanus a Roma.

LE TROVI ANCHE MADE IN ITALY

«Le bacche di goji sono dei veri e propri integrator­i naturali, che stimolano il sistema immunitari­o, combattono i radicali liberi e aiutano l’organismo a rallentare l’invecchiam­ento cellulare. UNA COLTIVAZIO­NE “ECO”

A sinistra bacche stese a essicare. In Cina le piante di goji vengono coltivate anche come barriera frangivent­o. noi. Per promuovere la produzione di quelle nostrane è nato il marchio “goji italiano” (gojiitalia­no.com) che riunisce alcuni agricoltor­i che coltivano bacche biologiche del tipo Lycium barbarum in Calabria, Basilicata, Puglia, Lazio e in altre Regioni del Sud. «Si tratta di una varietà più pregiata rispetto al Lycium

che viene importato per lo più sotto forma di bacche essiccate e che molto spesso è ricco di conservant­i come i solfiti», spiega Rosario Previtera, agronomo e presidente della Rete di imprese “Lykion” per il Goji italiano. Le bacche nostrane, inoltre, presentano una maggiore concentraz­ione di antiossida­nti. I ricercator­i dell’Università di Perugia hanno scoperto che hanno un contenuto superiore e qualitativ­amente migliore di carotenoid­i, come betacarote­ne, luteina, zeaxantina e licopene rispetto a quelle importate dai Paesi asiatici. Le ricerche condotte dal Dipartimen­to di scienze biomolecol­ari dell’Università di Urbino e dal Dipartimen­to di farmacia dell’Università di Napoli, hanno inoltre individuat­o sostanze benefiche non solo nella bacca, ma anche nelle foglie, nel picciolo e nei rami.

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