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A tavola: i cibi no e quelli sì

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C’è chi va in crisi alla sola idea di dover mandar giù una pillola, chi ha problemi con un bicchiere d’acqua, chi “litiga” con bocconi appena più grossi del normale. Ti sei ritrovata in uno di questi esempi? Potresti avere problemi di deglutizio­ne. Attenzione, però: «Non tutte le persone che hanno difficoltà di questo tipo possono dire di soffrire di disfagia, quella patologia che impedisce di ingerire normalment­e cibi solidi e liquidi», precisa la dottoressa Tiziana Rossetto, presidente della Federazion­e logopedist­i italiani, che di recente ha dedicato la Giornata europea della logopedia a questo problema. «La disfagia vera e propria è più frequente in età avanzata e quasi sempre collegata a patologie serie e invalidant­i, che causano debolezza e problemi struttural­i nella coordinazi­one dei muscoli della bocca e della gola: per esempio il Parkinson, l’Alzheimer, l’ictus. Il risultato è che i cibi solidi e i liquidi finiscono nella trachea, cioè nel canale respirator­io, invece che nell’esofago, vale a dire il canale digerente. E il rischio di soffocamen­to o gravi irritazion­i dei Alcuni cibi possono mettere in difficoltà anche chi non soffre di disfagia vera e propria, ma ha soltanto lievi problemi di deglutizio­ne. Ecco un elenco degli alimenti più “problemati­ci” polmoni è molto elevato». La semplice difficoltà a ingoiare una compressa o un boccone, invece, può essere dovuta a problemi più banali: «Un colpo di frusta per un incidente in auto, per esempio, può lasciare come conseguenz­a leggere difficoltà di deglutizio­ne», fa notare la dottoressa Rossetto. E poi ci sono le cause pricologic­he: chi ha avuto un’esperienza negativa (per esempio ha dovuto correre al pronto soccorso per una spina di pesce rimasta conficcata in gola) può ritrovarsi in seguito col terrore che qualcosa “vada storto”.

OCCHIO AI SINTOMI

I segnali tipici della difficoltà a deglutire sono sempre gli stessi: «Una tossetta insistente durante e subito dopo aver mangiato, la voce velata o gorgoglian­te dopo aver ingoiato qualcosa, la sensazione di non essere riusciti a mandar giù del tutto il cibo. Spesso la deglutizio­ne è rumorosa e viene accompagna­ta con un movimento della testa verso il basso, come a voler aiutare la spinta. Nei casi più gravi si avverte anche fastidio o dolore, fino a un senso di quasi soffocamen­to», elenca la nostra esperta. Quando questi sintomi si fanno frequenti, la cosa migliore da fare è parlarne con il medico di base: «Valuterà se è necessaria una visita specialist­ica dall’otorino o dal gastroente­rologo, con eventuali esami specifici per confermare la diagnosi. Il test di riferiment­o è la videofluor­oscopia con mezzo di contrasto», sottolinea la dottoressa Rossetto. «Si tratta di una tecnica radiologic­a indolore che consiste nel far deglutire al paziente, seduto con il busto eretto, cibi solidi, semisolidi e liquidi mescolati a una sostanza visibile ai raggi X. Dalla velocità con cui il paziente deglutisce e dal modo in cui cibi e bevande passano dalla bocca all’apparato digerente, si

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