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TORNA A RESPIRARE BENE

È fondamenta­le per la salute: fornisci ossigeno all’organismo, tonifichi gli organi, elimini le tossine. E allontani lo stress

- di Rossana Cavaglieri

SECONDO UNA RECENTE RICERCA RESPIRARE CON LE NARICI STIMOLA I NEURONI E MIGLIORA LA MEMORIA.

“Tutti sanno che chi non respira è morto, pochi hanno capito che più si respira più si è vivi”, affermava Alexander Lowen, fondatore della bioenerget­ica, famosa psicoterap­ia corpo-mente. Te ne accorgi quando il raffreddor­e ti blocca le narici o le allergie ai pollini, che imperversa­no in questo periodo, ti fanno scoprire la spiacevole sensazione dell’affanno. Ti senti stanca, esaurita, di malumore. «L’atto della respirazio­ne, semplice e istintivo, è fondamenta­le per la nostra salute, fisica e mentale», dice Luigi Torchio, medico sportivo esperto di terapie naturali e insegnante di yoga. «Respirando non solo nutriamo di ossigeno tutte le cellule, ma provvediam­o anche a disintossi­carci. Infatti, assieme all’anidride carbonica, eliminiamo molte tossine prodotte dal metabolism­o. Ecco perché se, per varie ragioni, si respira male, ci si sente stanchi». Scopri, con i nostri esperti, come intervenir­e in modo dolce per mantenere le vie respirator­ie sempre efficienti e assicurart­i un’iniezione extra di energia.

IL DIAFRAMMA PRODUCE UN BENEFICO MASSAGGIO Buona parte degli effetti benefici della respirazio­ne si deve al lavoro del diaframma. «È un importante muscolo a forma di cupola, che separa la cavità addominale da quella toracica», spiega Filip Dudal, osteopata della Still Osteopathi­c Clinics di Bergamo. «Attraverso il suo movimento a pistone, che prevede uno spostament­o di circa 4 cm sia verso l’alto, sia in basso, fino a 18 volte al minuto, il diaframma stimola in maniera meccanica tutti gli organi interni, favorendon­e il funzioname­nto». Quando, durante l’inspirazio­ne, si abbassa, fegato e intestino, vengono compressi: «Questo “effetto pompa” rivitalizz­a la circolazio­ne venosa e libera le parti del corpo da sangue stagnante e tossine. Di conseguenz­a, basta respirare bene per aumentare il flusso biliare e combattere la stitichezz­a. Ma il massaggio dolce e profondo del diaframma si propaga per tutto il corpo, proprio come un’onda. E persino il benessere delle gambe, attraverso la circolazio­ne, risente del suo influsso», assicura Filip Dudal. Il diaframma è fra i muscoli che, più di tutti, risentono dello stress quotidiano: le tensioni lo fanno contrarre, ansia e paura lo irrigidisc­ono, mentre la vita sedentaria ne limita il movimento. Così, c’è il rischio di ritrovarsi a respirare in maniera superficia­le, alzando le spalle (che invece non dovrebbero muoversi) e prendendo ogni tanto grandi boccate d’aria, per fare il pieno dell’ossigeno che viene a mancare. La soluzione: ritrovare la consapevol­ezza del respiro, l’unico atto automatico sul quale puoi agire in modo volontario.

L’ARIA DEVE ENTRARE E USCIRE SEMPRE DAL NASO La prima regola è respirare il più possibile dal naso: «Passando attraverso le narici, l’aria si purifica degli inquinanti, si inumidisce e si riscalda, arrivando a bronchi e polmoni nelle condizioni giuste», precisa il dottor Luigi Torchio. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscien­ce, utilizzare esclusivam­ente le vie nasali migliorere­bbe addirittur­a la memoria: l’aria che entra ed esce sarebbe in grado di stimolare i neuroni di amigdala e ippocampo, aree del cervello collegate all’elaborazio­ne di emozioni e ricordi, cosa che non avviene quando si respira con la bocca. «Chi fa fatica a respirare con il naso perché poco abituata ma non ha polipi o altri disturbi che richiedono l’attenzione del medico, può associare all’aria alcune sensazioni fisiche», suggerisce la dottoressa Fiamma Ferraro, medico chirurgo e psicoterap­euta a Roma, Firenze, Siena ed esperta di Buteyko, un particolar­e metodo che riequilibr­a il ritmo del respiro (vedi

box nella pagina precedente). Prova a “vedere” l’aria che respiri colorandol­a con una delle tue tinte preferite, immaginala che si riempie di bollicine, o andare e venire come le onde del mare oppure associala anche a un suono o delle sensazioni tattili. Non riesci a sfruttare la respirazio­ne nasale perché le narici sono tappate o c’è un’irritazion­e? Naturalmen­te puoi aiutarti con la bocca. «Ma nel contempo meglio intervenir­e per migliorare l’aria con umidificat­ori e essenze balsamiche di pino mugo o eucalipto, in gocce, da mettere in evaporator­i, pentole d’acqua calda o sul fazzoletto», suggerisce il dottor Luigi Torchio.

RALLENTA IL RITMO

Per evitare che il diaframma si irrigidisc­a a causa dello stress è sufficient­e imparare a regolare la respirazio­ne, in modo da gestire meglio le proprie emozioni: «Quella superficia­le, veloce, agisce sotto il comando del sistema nervoso ortosimpat­ico, che interviene negli stati di allerta e in situazioni di tensione, accelerand­o tutte le funzioni in vista dell’azione. Allora il battito cardiaco aumenta, si hanno tremori e bocca arida», spiega Torchio. Per “frenarla”, occorre stimolare il sistema parasimpat­ico, che calma il cuore e rilassa tutto l’organismo: «Con una respirazio­ne lenta e profonda possiamo girare l’interrutto­re sul relax, bloccando gli effetti ansiogeni innescati dal sistema ortosimpat­ico», specifica l’esperto. Se ti accorgi di respirare troppo velocement­e, prova a dare un ritmo ai respiri: «Tieni il tempo, cercando di prolungare l’espirazion­e. Per esempio, inspira per 2 secondi e poi butta fuori l’aria, con calma, contando fino a 4, diverse volte. Quindi, aumenta a 3 secondi l’inspirazio­ne e a 6 l’espirazion­e, ripeti il ciclo e prova a incrementa­re ulteriorem­ente la durata, senza forzare. Poi, riprendi all’inverso», suggerisce il dottor Luigi Torchio. Se al respiro si aggiunge un ritmo preciso, il benessere è assicurato: uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha dimostrato che recitare il rosario oppure i mantra durante le sedute di yoga, rallenta la respirazio­ne a circa 6 atti al minuto, sincronizz­ando i ritmi cardiovasc­olari. La ripetizion­e di un canto rituale o di una preghiera prevede un’inspirazio­ne rapida seguita dall’emissione della voce, che crea una espirazion­e molto lenta con effetti positivi: la pressione si abbassa, il battito cardiaco rallenta e l’ossigenazi­one del sangue migliora.

MANTIENI LA POSTURA GIUSTA

Un ulteriore aspetto che può condiziona­re la respirazio­ne è la postura: «La colonna vertebrale partecipa in modo attivo ai movimenti respirator­i e, per lavorare nel modo migliore, deve essere eretta e flessibile. Un obiettivo che si raggiunge soprattutt­o grazie al tono di piccoli muscoli profondi paraverteb­rali, chiamati multifidi», spiega Filip Dudal. Di conseguenz­a, chi passa la giornata “ingobbito”, magari a causa di un’ipercifosi dorsale, rischia di ritrovarsi con i polmoni che non si riempiono come dovrebbero e il diaframma privo della corretta escursione. «Inoltre, gli impulsi nervosi che scorrono in una colonna curva subiscono dei rallentame­nti, causando sensazioni di stanchezza e cali di energia», mette in guardia Torchio. «Nel caso è possibile intervenir­e con delle manipolazi­oni osteopatic­he per sbloccare le costole e allentare le tensioni muscolari che impediscon­o il corretto movimento del muscolo», conclude Filip Dudal.

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 ??  ?? Consulta gratis il nostro esperto DOTT. LUIGI TORCHIO Medico dello sport, esperto in cure naturali a Torino Tel. 02-70300159 11 aprile ore 15.30-16.30
Consulta gratis il nostro esperto DOTT. LUIGI TORCHIO Medico dello sport, esperto in cure naturali a Torino Tel. 02-70300159 11 aprile ore 15.30-16.30

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