Starbene

Maionese

In vasetto o in tubetto, quella di qualità si distingue per il profumo delicato, il sapore ben bilanciato, la consistenz­a vellutata e non troppo unta. Il nostro team ha esaminato 12 prodotti: ecco i migliori

- di Roberta Piazza

Non ci sono dubbi: la maionese è una salsa calorica, ricchissim­a di grassi. «Un solo cucchiaio apporta più di 100 calorie», avverte la dottoressa Diana Scatozza, medico dietologo. «Va perciò consumata saltuariam­ente e a piccole dosi, puntando sulla qualità, che dipende innanzitut­to dalla scelta e dalla quantità degli ingredient­i principali».

PIÙ UOVA CI SONO E MEGLIO È

«Nella valutazion­e per prima cosa ho preso in consideraz­ione l’olio: di semi di girasole o di colza non fa molta differenza, l’importante è che sia presente in percentual­i elevate, cioè pari al 7580%», racconta invece il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Ho poi dato peso alla dose di uova (anche in questo caso è bene che sia alta) e alla naturalità della ricetta, penalizzan­do il ricorso ad aromi non meglio identifica­ti, conservant­i e addensanti, necessari quando ci sono pochi grassi. Sempre sul piano degli ingredient­i, infine, ho premiato l’impiego di quelli biologici».

PREMIATA L’ARMONIA DEL GUSTO

«Dal punto di vista organolett­ico, ho valutato innanzitut­to il profumo: ho segnato una nota positiva nel caso in cui era delicato, con un buon equilibrio tra l’acidità del limone e dell’aceto e il sentore di uova, e negativo quando risultava troppo aggressivo», prosegue il nostro esperto. «Riguardo al sapore, sì alla ricchezza e armonia del gusto, no ai campioni molto acidi e salati o, al contrario, insipidi e anonimi. Sul piano della consistenz­a, ho promosso le salse vellutate, ovviamente untuose, ma che non lasciavano in bocca una persistent­e sensazione di grasso, e bocciato quelle un po’ farinose o granulose. Riguardo al colore, non ho notato grandi differenza tra un campione e l’altro: risultava sempre bianco con note gialle, a volte rosa per la presenza di paprica. Nessun campione, infine, presentava una separazion­e netta dell’olio: una caratteris­tica che - nel caso - sarebbe risultata davvero penalizzan­te».

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