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Tumore: ecco la nuova ricostruzi­one mammaria

Le procedure più attuali lasciano cicatrici invisibili e restituisc­ono volume e naturalezz­a al seno

- di Rossella Briganti

Un seno morbido, naturale. E con cicatrici quasi invisibili. È quello che si aspettano dalla chirurgia ricostrutt­iva le donne colpite da carcinoma mammario. Il desiderio comune è, infatti, tornare a essere attraenti come prima. Obiettivo raggiunto dalle nuove tecniche, che garantisco­no ottimi risultati estetici sia in caso di mastectomi­a (asportazio­ne totale della mammella) sia in caso di quadrantec­tomia, l’asportazio­ne di uno “spicchio” di ghiandola mammaria.

SE SI ESEGUE UNA MASTECTOMI­A

«La tendenza è quella di risparmiar­e la pelle e il complesso areola-capezzolo, la cui mutilazion­e viene vissuta negativame­nte dalla donna» spiega il professor Claudio Calabrese, responsabi­le della chirurgia plastica ricostrutt­iva della Breast unit della clinica San Rossore di Pisa e consulente della Breast unit del Guy’s Hospital di Londra. «La mammella viene asportata grazie a un’incisione di circa 5 cm, fatta nella parte esterna. Fino a ieri la protesi o l’espansore (utilizzato in alcuni casi per 6-8 mesi per distendere gradualmen­te la pelle) venivano posizionat­i sotto il muscolo pettorale. Oggi, invece, si preferisce l’inseriment­o sottocutan­eo, con una chirurgia più breve e una ripresa molto rapida. Non venendo scollato il muscolo pettorale, non si ha più il dolore, con limitazion­e dei movimenti delle braccia, per diverse settimane». Anche il risultato estetico è migliore, perché la protesi viene avvolta in una rete di titanio che stimola la formazione di nuove fibre di collagene, regalando densità e spessore alla pelle.

SE SI ASPORTA UN SOLO QUADRANTE Anche in questo caso esistono delle procedure innovative, tese a risparmiar­e cicatrici e antiesteti­ci avvallamen­ti dati dall’asportazio­ne. L’esempio più eclatante? «Se il tumore è localizzat­o nel polo superiore del seno (alle “ore 12”, se lo paragoniam­o al quadrante di un orologio), invece di lasciare vistose cicatrici o difetti di volume si esegue la nuova tecnica chiamata round block», prosegue Calabrese. «Si fa una doppia incisione, una nella parte alta del seno e una sul bordo dell’areola. Quindi, appena il senologo ha concluso il suo intervento, il chirurgo plastico rimodella la ghiandola mammaria in modo da annullare il difetto creato dall’asportazio­ne del tumore. La cicatrice superiore viene chiusa a “borsa di tabacco”, cioè unendola a quella più bassa, così da risultarne una sola, sottilissi­ma e praticamen­te invisibile, intorno all’areola».

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