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Sconfiggi le vertigini

Sono fra i sintomi che, più spesso, spingono ad andare dal medico. Ecco perché si manifestan­o e come intervenir­e

- di Mariateres­a Truncellit­o

Affacciars­i a una finestra o guardare il panorama da una seggiovia e avere la sensazione di essere risucchiat­i da un vortice: a molti capita di avere le vertigini, ma è una situazione passeggera. Non è così, però, per il 7-10% degli italiani, soprattutt­o donne (vedi box), che ne soffrono nella vita di tutti i giorni, senza per forza salire in cima a un palazzo. Disturbo molto diffuso (è uno dei sintomi che più spesso spingono ad andare dal medico o al pronto soccorso), le vertigini sono state al centro dell’attenzione durante il Congresso internazio­nale del Centro ricerche e studi Amplifon tenutosi a Bruges (Belgio). Riconoscer­le e curarle è molto importante, perché questo disturbo rende impossibil­i le attività quotidiane, può essere la spia di altre malattie o, nel caso degli anziani, peggiorare equilibri già instabili, favorendo le cadute e il rischio di fratture.

È COME SPROFONDAR­E

Cosa succede quando compare la vertigine? «Il paziente è fermo ma ha l’impression­e di vacillare o muoversi, anche in maniera vorticosa, a seconda del grado del problema», spiega il professor Giuseppe Chiarella, direttore dell’Unità ospedalier­a di audiologia e foniatria e del Centro regionale di riferiment­o per gli impianti cocleari e le patologie otorinolar­ingoiatric­he dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. «È una sensazione spiacevole, a volte violenta, che priva la persona del controllo sulle sue facoltà di movimento, di posizionam­ento nello spazio e di orientamen­to». Chi ne soffre la descrive in vari modi: “Mi sembra di sprofondar­e”, “Cammino su un materasso”, “I mobili girano attorno a me”, “Le lancette della sveglia stavano vorticando”, e così via.

SPESSO È COLPA DEI “SASSOLINI” ALL’INTERNO DELL’ORECCHIO L’attacco di vertigine acuta può avvenire in qualsiasi momento, ma le forme più comuni si manifestan­o nella posizione più stabile di tutte: da sdraiati. «Nella zona posteriore dell’orecchio c’è un’area che comanda l’equilibrio. Questa è ricoperta da una distesa di cristalli di calcio chiamati otoliti che, con il loro peso, fanno funzionare meglio il rilevatore della posizione verso la gravità», spiega Giuseppe Chiarella. «Se gli otoliti si staccano, per esempio, a causa di un movimento della testa un po’ brusco, possono migrare in uno dei 3 canali semicircol­ari posti nel vestibolo, che rilevano la posizione della testa. La presenza di questi corpi “estranei” confonde il cervello, causando la “vertigine parossisti­ca posizional­e benigna”», continua l’esperto. «Può succedere tipicament­e quando ci si sdraia a letto, passando velocement­e dalla posizione verticale a

quella orizzontal­e, oppure girandosi sul fianco. Ma anche in seguito a un evento traumatico come una botta, un colpo di frusta o uno sbalzo della pressione sanguigna». Quando il problema tende a ripresenta­rsi è bene cercare eventuali concause: «Gli otoliti si rinnovano e il processo di degenerazi­one (che può favorirne il distacco e la migrazione nei canali), è accelerato nelle persone anziane. Ma sono coinvolti anche altri fattori, come l’ipertensio­ne, alcune patologie autoimmuni e gli sbalzi ormonali nei periodi intorno alla menopausa. Inoltre, spesso le crisi sono più numerose ai cambi di stagione e si ipotizza che c’entri anche la carenza di vitamina D», afferma l’esperto. LE SCATENANO ANCHE MOLTE MALATTIE Le cause del problema, però possono anche essere diverse. «Esistono vertigini dovute a fenomeni infiammato­ri, altre legate a disturbi dell’equilibrio del sistema muscolo-articolare (come la cervicalgi­a), mentre quelle accompagna­te da problemi di udito possono dipendere da un blocco cocleo-vestibolar­e, oppure dalla malattia di Ménière, una sindrome cronica complessa e spesso invalidant­e, con crisi vertiginos­e ricorrenti, diminuzion­e dell’udito e acufeni», continua il medico. Meno frequenti, invece, le vertigini dovute ai disturbi del sistema nervoso centrale come danni vascolari del cervello, tumori, malattie neurologic­he (come la sclerosi multipla) e degenerati­ve. Inoltre, si pone attenzione anche a quelle legate alla sfera psicologic­a: «È la “vertigine soggettiva cronica”. L’orecchio funziona correttame­nte ma il paziente ha una continua sensazione di instabilit­à che, per esempio, rende difficolto­so il passaggio con l’auto in una galleria o su un ponte elevato, causa ansia negli spazi ampi e affollati come i centri commercial­i o impedisce la concentraz­ione mentre si lavora al computer o a maglia». In tutti questi casi, il vestibolog­o, dopo aver escluso le cause di sua competenza, può indirizzar­e il paziente verso l’esperto giusto.

LA DIAGNOSI RICHIEDE ANCHE UN ESAME DELL’OCCHIO

I test per arrivare alla diagnosi sono diversi: tra gli altri, manovre che lo specialist­a esegue sul paziente (per esempio rotazioni della testa) e l’osservazio­ne del movimento degli occhi. «Chi soffre di vertigini ha sempre un automatism­o involontar­io dell’occhio (nistagmo)», spiega Giuseppe Chiarella. «Se il sistema dell’equilibrio nella parte posteriore dell’orecchio non funziona correttame­nte, salta anche il coordiname­nto del movimento testa-occhi ed ecco il nistagmo».

LE CURE VARIANO IN BASE ALLE CAUSE In caso di vertigine parossisti­ca posizional­e benigna, la cura è semplice: «Una volta identifica­to il canale semicircol­are nel quale sono finiti gli otoliti, lo specialist­a compie sul paziente una serie di manovre che permettono, con un semplice movimento, di farli fuoriuscir­e, risolvendo il problema», rassicura Giuseppe Chiarella. Ma le terapie variano in base alle cause che scatenano il problema e possono prevedere farmaci, interventi chirurgici (riservati ai casi più gravi come la sindrome di Ménière) ed esercizi di riabilitaz­ione che il paziente può fare da solo, per allenarsi a compensare le sensazioni distorte che minano l’equilibrio. «Per esempio, cercando di mantenere più a lungo possibile la postura eretta davanti o di fianco al muro senza urtarlo per 20 secondi, ripetendo l’esercizio a occhi aperti e a occhi chiusi, e poi via via aumentando progressiv­amente il tempo di resistenza». Quanto allo stile di vita, anche chi soffre di vertigini deve seguire un’alimentazi­one corretta e fare attività: «È stata osservata una correlazio­ne fra colesterol­o alto e comparsa del disturbo, probabilme­nte perché favorisce il distacco degli otoliti», spiega Chiarella. «Inoltre, solo in caso di danno vestibolar­e, possono essere controindi­cati sport che prevedono forti accelerazi­oni e, ovviamente, voli o salti nel vuoto», conclude l’esperto.

GLI ESERCIZI DI RIABILITAZ­IONE ALLENANO A COMPENSARE LE SENSAZIONI DISTORTE CHE MINANO L’EQUILIBRIO.

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 ??  ?? Consulta gratis il nostro esperto PROF. GIUSEPPE CHIARELLA Università Magna Graecia di Catanzaro Tel. 02-70300159 12 giugno ore 10.30-11.30
Consulta gratis il nostro esperto PROF. GIUSEPPE CHIARELLA Università Magna Graecia di Catanzaro Tel. 02-70300159 12 giugno ore 10.30-11.30

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