Tira fuori il tuo carisma
La capacità di suscitare interesse e attrazione non è un dono di pochi fortunati. È un potenziale che tutti abbiamo e che possiamo sviluppare. Anche tu
Che cos’hanno in comune una persona appena conosciuta a cui senti di poter dire tutto di te, un oratore capace di avvincerti nonostante parli di un argomento ostico e un amico che riesce a trasmetterti sensazioni di benessere semplicemente con la sua presenza? Il carisma, cioè quel mix di caratteristiche comunicative e di abilità sociali che permette di suscitare interesse e attrazione. Per secoli è stato considerato un dono innato o concesso per grazia divina, quindi appannaggio di pochi fortunati. Oggi, invece, sappiamo che è democratico: tutti abbiamo un potenziale carismatico da sviluppare, basta avere voglia di metterci in gioco.
I 6 SEGNI RIVELATORI
Secondo uno degli studi più completi sul tema – realizzato da psicologi della comunicazione delle università del Tennessee e della Georgia (Usa) – avere carisma significa essere capaci di concentrarsi su ciò che succede, o meglio, di presenza nel qui e ora. Soprattutto, però, implica essere disposti a connettersi con gli altri non in modo frettoloso e superficiale ma sincero e profondo, così da farli sentire accolti, compresi e, in un certo senso, speciali. Se non ti ritrovi in questo ritratto, probabilmente
il tuo carisma lascia a desiderare. Nulla è perduto, però. Lo studio americano di cui sopra evidenzia anche i sei elementi che lo rendono possibile: perché non individuare quelli in cui sei carente e provare a rafforzarli? Eccoli spiegati da Emma Seppälä, docente e ricercatrice in psicologia presso le università di Stanford e di Yale (Usa).
La fiducia in se stessi, che ci fa essere autentici, spontanei, indipendenti dal giudizio degli altri: tutti presupposti indispensabili per riuscire a focalizzarsi sul presente.
Il contatto visivo, cioè la capacità di incontrare e mantenere lo sguardo altrui. Si tratta di una delle forme di connessione più potenti. Al contrario, gli occhi che vagano sono un segnale inequivocabile di distacco e di mancanza di interesse.
La capacità d’ascolto, che non si esercita solo con le orecchie, ma anche con la vista (vedi sopra): gran parte della comunicazione, infatti, avviene su un piano non verbale, con posture, gesti, espressioni. L’empatia, cioè la triplice abilità di: considerare le cose dal punto di vista di un’altra persona; capire come si sente e quello che prova; immaginare i suoi bisogni. L’entusiasmo: un’emozione che si concretizza nel saper sostenere qualcuno lodando le sue azioni e le sue idee. Certo, per poterla provare si deve conoscere ciò che l’altro fa e/o pensa. L’attitudine al dialogo: comporta il saper utilizzare le parole più adatte agli interlocutori e ri-calibrarle a seconda di come essi le interpretano. È praticamente l’opposto dei monologhi a ruota libera con cui molti si illudono di risultare “speciali”. GLI STRUMENTI CHE LO AMPLIFICANO «Se vuoi sviluppare il tuo potenziale carismatico, non devi fingere di essere ciò che non sei, ma fare in modo che la tua personalità venga “amplificata”», approfondisce Giuditta Tanzarella, life e business coach (eoltre.it). «Tranquilli, non occorrono strani mezzi! Possiedi già un amplificatore naturale: è la tua fisicità, che è composta da aspetto, postura, gestualità, espressioni facciali e voce. Non è detto che sia già “pronta all’uso”, ma ci puoi lavorare su.
Voce «È l’amplificatore per antonomasia: se il tuo tono abituale è titubante o cupo non aiuta. Il consiglio è quello di focalizzarti per renderlo più sicuro e limpido, senza però stravolgere il modo di parlare». A questo proposito, su teatropertutti.it trovi degli esercizi per riscaldare la voce, pensati per gli attori che stanno per andare in scena ma sono utilissimi per chiunque voglia migliorare il proprio parlato.
Aspetto: abiti e dintorni «Nelle relazioni vis-à-vis, l’aspetto è la prima cosa di te che si manifesta agli altri», riprende la coach. «Non solo: come ti vesti e come ti curi trasmettono molto di quello che sei. Allenati dunque a guardarti allo specchio e a chiederti: “Se vedessi una persona abbigliata, truccata e pettinata come me, che cosa penserei di lei? Che esprime le sue peculiarità, il suo carattere, o che non ha niente da dire?”. Affinché questo esercizio sia fruttuoso, è importante esseri sinceri al 100% e, qualora le risposte non soddisfino, si deve trovare la forza di cambiare rotta. Sempre in tema di aspetto, hai mai sentito parlare del fenomeno dell’enclothed cognition (all’incirca “pensiero vestito”), scoperto da due ricercatori in psicologia sociale? Nell’esperimento che ha portato alla sua definizione, alcuni volontari hanno dovuto indossare un camice bianco. Ad alcuni di loro è stato detto che si trattava di una divisa medica, ad altri di un capo da imbianchino. Tutti, poi, sono stati sottoposti a test cognitivi. Coloro che avevano il camice “del dottore” hanno dimostrato un livello maggiore di attenzione selettiva e continuata, proprio come se incarnassero i panni di un medico. Tornando al nostro tema, questo vuol dire che gli abiti ai quali attribuisci un significato simbolico influenzano in modo significativo i tuoi processi psicologici e comportamentali. In particolare, possono conferirti sicurezza e contribuire a far emergere il tuo carisma».
Postura, gestualità, espressioni
Qualcosa di simile all’enclothed cognition succede anche con il linguaggio corporeo, non verbale: come spiega Amy Cuddy, psicologa americana autrice del saggio Il potere emotivo dei gesti (Sperling & Kupfer ), «esso determina cosa gli altri pensano e prova-
no nei tuoi confronti e, allo stesso tempo, ha un impatto sulla tua stessa mente, perché guida il tuo modo di pensare e sentire te stessa». «È vero», conferma Giuditta Tanzarella. «Se, poniamo, ti presenti con una postura contratta o di chiusura, cioè con le braccia conserte, le spalle incurvate, il capo chino e zero sorriso, non solo dai l’idea di una persona timorosa, distante, poco disposta all’incontro, ma soprattutto rischi di sentirti davvero così: insicura, isolata e chiusa in te stessa. Insomma, il contrario di carismatica. Prova invece a concentrarti su ciò che vuoi trasmettere e lasciare di te agli altri. Per esempio, parti con l’assumere una postura eretta, aperta, che si espanda in orizzontale con i gesti delle mani e che sia rafforzata da un’espressione sorridente: ti sentirai subito più incline ad agire verso il tuo obiettivo di fare colpo. In aggiunta, molto probabilmente qualcuno si accorgerà presto di te e della tua capacità di comunicare emozioni e contenuti autentici, veicolati da un carismatico autocontrollo».
Generosità e altruismo Un altro consiglio per amplificare il carisma è quello di cercare di porsi al centro della propria rete sociale (famigliare, amicale, professionale), non in modo egocentrico, ma dando e chiedendo regolarmente sostegno, consigli e aiu- ti pratici. Lo suggerisce la scuola di Management dell’università di Buffalo (Usa), che ha analizzato le strutture di un’ottantina di team di lavoro, scoprendo quanto segue: le persone che costituiscono nodi importanti in un’organizzazione sociale, perché si danno da fare per il gruppo e con i suoi membri, vengono sicuramente considerate più carismatiche di quelle meno coinvolte e isolate.
ESSERE CARISMATICI IMPLICA ESSERE DISPOSTI A CONNETTERSI CON IL PROSSIMO NON IN MODO FRETTOLOSO E SUPERFICIALE MA SINCERO E PROFONDO.