A ognuno la sua pausa
Stop a giornate farneticanti. Tirare il fiato è salutare per il corpo e per la mente. Programma le soste a seconda dei tuoi stati d’animo e delle esigenze mentali del momento
Siamo tutti come dei computer, ma in forma organica. Ogni tanto abbiamo bisogno di essere spenti, riavviati, resettati, ricaricati per poter continuare a funzionare bene. Averne la consapevolezza, però, non sempre si traduce nel mettere in pratica le strategie per distogliere l’attenzione dall’ordinaria programmazione della nostra vita. E così, andiamo veloci, riempiamo l’agenda, tralasciamo di riflettere su quello che ci accade. La sensazione è quella di essere dentro a un frullatore. Per fortuna, si sta diffondendo un nuovo stile di vita. È la filosofia della pausa. Ecco come viverla.
TUTTI GLI ASPETTI POSITIVI
Fare una pausa significa fermarsi, anche solo pochi minuti, respirare, collegarci con noi stessi, riflettere su quello stiamo vivendo. È un momento rigenerante e costruttivo, dalle mille virtù.
La pausa ha, innanzitutto, una funzione esistenziale, ci fa crescere ed evolvere perché serve a riflettere e a dare senso alle cose. «Pensiamo a un libro con un unico susseguirsi di parole senza punti, virgole o spazi bianchi: diventerebbe presto incomprensibile», spiega Daniela Rossi, psicoterapeuta e life coach a Bolzano. «Così è per la nostra vita: immersi come siamo in un “fare” ininterrotto, perdiamo il gusto delle cose. La capacità di prendersi una pausa, o di cambiare ritmo, è invece fondamentale per una vita armoniosa».
La pausa è anche un luogo in cui recuperare energie e ridurre lo stress. «Siamo consapevoli di quanti disturbi siano correlati allo stress negativo, quello che scatta quando rimaniamo in uno stato di tensione continua, in cui tutto sembra importante e tutto difficile o faticoso», aggiunge la dottoressa Rossi. «In queste situazioni, il tempo di recupero è un fattore indispensabile». Staccare serve anche a ritrovare equilibrio tra i tanti ruoli che abbiamo, sempre impegnati a dare il massimo come professionisti, partner, mamme, padri e figli. «Riuscire a tenere separati i vari impegni ci consente di non bruciare troppe energie e non generare insoddisfazione», dice Rossi. «Concedersi un quarto d’ora di pit stop tra l’uscita dall’uf- ficio e l’andare a prendere i bambini a scuola è un modo per metabolizzare il passaggio e per esprimere al meglio i tanti lati della nostra personalità».
BASTANO DUE MINUTI PER RICARICARSI Più intensa è l’attività alla quale mi sto dedicando, più lunga sarà la pausa di cui avrò bisogno. «Non ho iniziato a riflettere sull’importanza delle pause fino a quando non sono crollata del tutto. All’epoca ignoravo che questa modalità potesse essere un rimedio preventivo», racconta Danielle Marchant nel suo libro Pausa (vedi box). «La pausa dovrebbe essere uno schema a cui ricorrere ogni volta che sentiamo che il nostro mondo esteriore non è in linea con quello interiore», scrive
Marchant introducendo il concetto di “micropausa”. Bastano due minuti, per esempio, per guardare l’orizzonte. «Quando vi sentite troppo stressati, la vostra attenzione si ripiega su se stessa e blocca la vostra creatività. Alzatevi e mettetevi davanti a una finestra, consentendo alla vostra attenzione di trovare nuovi punti di vista». Ma può essere utile anche semplicemente bere un bicchiere d’acqua.
La durata di una pausa è variabile e personale. Per capire di quanto tempo abbiamo bisogno per riconnetterci con noi stessi, fondamentale è leggere i messaggi che ci inviano corpo e mente», osserva la psicoterapeuta Rossi. Nel corso della giornata, allora, non dimenticarti di chiederti come stai. Se ti accorgi di essere incapace di concentrarti o di prendere una decisione, o se senti collo e spalle indolenziti, staccati per 15 minuti da quello che stai facendo. «Tutti gli studi sul funzionamento del cervello consigliano sessioni di lavoro di 45 minuti, con pausa di 10/15 minuti durante i quali portiamo l’attenzione al corpo allineando la colonna, facendo un po’ di stretching e alcuni respiri profondi», conferma l’esperta. «La perdita di lucidità spesso deriva dall’essere nella stessa attività troppo a lungo». QUANDO SERVONO TEMPI LUNGHI
Nei momenti di super stress, ritagliati almeno un’ora. «Quando siamo troppo concentrate su una questione dalla quale facciamo fatica a riemergere, serve una pausa più lunga. Ci accorgiamo di averne bisogno perché siamo meno creative, commettiamo errori di distrazione e non progrediamo nella ricerca di soluzioni», spiega Rossi. «In questi casi la pausa ha lo scopo di restituirci flessibilità mentale e consapevolezza». Come staccare? «Cercando qualcosa che ci dia piacere», risponde la psicoterapeuta. «Una passeggiata, un caffè, leggere un libro, ma anche mettersi a danzare: queste azioni aiutano a spostare altrove il focus della nostra mente e a tornare all’opera con rinnovata energia e lucidità». Anche quando la tua vita ti piace, può capitarti di non affrontare più la routine con lo stesso livello di energia e di gradimento», ammette la psicoterapeuta. «Per interrompere il tran tran sarebbe utile prendersi un giorno di libertà alla settimana, per controbilanciare i nostri impegni quotidiani. Dedichiamoci una giornata di coccole per noi stessi. Oppure, facciamoci aiutare con i figli. Insomma, cambiamo ritmo e scenari per fare qualcosa che ci completi e possibilmente ci faccia sorridere». Se invece abbiamo la sensazione di aver un po’ perso noi stessi se dobbiamo capire che direzione prendere, potrebbero servirci periodi di pausa più lunghi. «Prendiamoci un lungo weekend per immergerci nella natura che ha un potere rigenerante per il corpo e per lo spirito», conclude Rossi. «Camminiamo nel bosco o lungo la spiaggia, respiriamo a fondo, sentiamo il corpo, connettiamoci con la nostra energia vitale. Le risposte che cerchiamo arriveranno».