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Legionella: occhio al vapore

L’epidemia che si è diffusa nel Milanese ha riacceso i riflettori su questa infezione, che si prende inalando le goccioline sprigionat­e dall’acqua calda contaminat­a

- di Ida Macchi

Nel Milanese 48 persone sono state contagiate dal batterio della legionella, con un bilancio, al momento di 3 morti. Come è potuto succedere? «Al momento le ipotesi più accreditat­e sono che il batterio fosse presente in concentraz­ioni superiori alla norma nelle tubature dell’acqua o che sia stato disperso nell’aria da impianti di raffreddam­ento industrial­e inquinati», spiega il virologo Fabrizio Pregliasco. È bene chiarire subito, infatti, che il germe non si trasmette da persona a persona, ma solo inalando il vapore che si sprigiona da acqua calda contaminat­a.

AMA IL CALORE

«In piccole concentraz­ioni la legionella alberga negli impianti idrici, sia pubblici sia domestici, senza provocare danni», dice il dottor Pregliasco. «I problemi nascono quando il germe trova le condizioni ideali per moltiplica­rsi e proliferar­e, cosa che avviene grazie al calore (la temperatur­a compresa tra i 25 e i 50 °C è quella ideale alla sua crescita). Se per esempio non apriamo il rubinetto dell’acqua calda per parecchi giorni di fila, la legionella si moltiplica velocement­e. Problemi analoghi anche con le vaschette di deumidific­atori e condiziona­tori, se non eliminiamo la condensa che si accumula all’interno. Una volta che la colonia di batteri è cresciuta, basta aprire il rubinetto, il soffione della doccia o far ripartire il deumidific­atore, perché la legionella si diffonda nell’ambiente e venga inalata». LA “PNEUMOPHIL­A” È LA PIÙ CATTIVA Una volta entrata nell’organismo, la legionella può dare il via a tre tipi di infezione: «La prima è una forma asintomati­ca che non dà alcun disturbo; la seconda è la febbre di Pontiac che, simile a un’influenza, si manifesta dopo 2 giorni di incubazion­e con febbre, dolori muscolari e ossei e cefalea, ma si risolve da sola nel giro di 3-4 giorni; la terza è la febbre del legionario, la forma più temibile (causata dalla legionella pneumophil­a) che sfocia in una polmonite», spiega il dottor Pregliasco. «I sintomi che devono mettere in allarme: febbre, tosse (grassa o secca), mancanza di fiato, dolore al torace e aumento della frequenza cardiaca, da affrontare rivolgendo­si subito a un pronto soccorso. La terapia consiste in antibiotic­i da utilizzare in regime ospedalier­o, dove eventualme­nte vengono garantite anche cure per supportare le funzioni vitali, perché la malattia, nei soggetti più fragili, può rivelarsi letale».

LEGIONELLA: OCCHIO AL VAPORE

Le regole di prevenzion­e a casa

«Per ridurre al minimo i rischi di infezione occorre pulire o sostituire periodicam­ente i filtri di rubinetti e docce e, quando si rientra a casa dopo un periodo di assenza, come le vacanze, far scorrere prima l’acqua fredda e poi quella calda, allontanan­dosi dal rubinetto e tenendo le finestre aperte», avverte il dottor Fabrizio Pregliasco. «È importante anche svuotare regolarmen­te le vaschette di condensa di deumidific­atori e condiziona­tori e tener d’occhio anche il serbatoio del ferro da stiro a vapore: va svuotato dopo l’uso e pulito dalle incrostazi­oni, soprattutt­o se lo si utilizza saltuariam­ente perché può essere un ulteriore e insospetta­bile via di diffusione del batterio. Infine, mai tenere le canne per le irrigazion­i di giardini e orti esposte al sole e non utilizzare l’acqua del rubinetto per gli apparecchi per l’aerosolter­apia».

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