Starbene

Metti le ali al tuo metabolism­o

Fatichi a dimagrire? Scopri come bruciare di più scegliendo i cibi giusti, un’attività fisica mirata e gli integrator­i ad hoc

- di Ida Macchi

Perdere peso: una questione di metabolism­o perché è proprio grazie a questo sofisticat­o sistema che l’organismo brucia le calorie introdotte attraverso i cibi per produrre l’energia necessaria alle sue funzioni. A volte, però, il “motore” può rallentare, facendo incamerare calorie e impedendo all’ago della bilancia di scendere di un etto. In realtà, non è difficile dargli un’accelerata e farlo nuovamente lavorare a pieno regime, grazie a strategie e comportame­nti che lo rimettono in carreggiat­a.

NO AI TAGLI DRASTICI DELLE CALORIE, ALTRIMENTI L’ ORGANISMO IMMAGAZZIN­A TUTTO «La prima regola è evitare diete con una quota di calorie ridotte all’osso», suggerisce il dottor Marcello Mandatori, docente di nutrizione olistica all’Università Tor Vergata di Roma. «Anche se a prima vista può apparire la via giusta per perdere peso, una dieta troppo rigida produce l’effetto opposto. L’organismo interpreta l’eccessivo taglio calorico come uno stato di carestia e, di conseguenz­a, tende ad accumulare tutto l’introito calorico sotto forma di grassi, riserve energetich­e utili a far fronte al periodo di magra». «Per bruciare in modo ottimale, occorre invece ridurre le calorie rispetto a quelle standard (17001800 se sei donna, 2000-2200 se sei uomo) in modo graduale. Un taglio ottenuto diminuendo la quota di carboidrat­i, che non dovrebbero superare il limite di 2 grammi per ogni chilo di peso corporeo al giorno», aggiunge il dottor Salvatore Bardaro, docente di medicina integrata all’Università di Pavia e di Siena. «In questo modo, si evita che gli ormoni della tiroide (il T3 e il T4), fondamenta­li per un corretto metabolism­o, siano meno attivi. L’eccesso di carboidrat­i, infatti, li impigrisce». Attenzione, poi, a scegliere i secondi piatti giusti. «Ok a carne bianca, pesce e legumi, che sono fonte di proteine utili a tonificare la muscolatur­a», prosegue il dottor Mandatori. «Via libera anche alla frutta, ma consumata come spuntino o merenda perché a fine pasto affa-

tica i processi metabolici, e a tutte le verdure a foglia verde. Da ridurre, invece, i crostacei, le carni rosse, i salumi e persino gli ortaggi della famiglia delle crucifere (come cavoli, broccoli, verze): contengono purine, sostanze azotate che tengono a freno il “motore”».

AUMENTANDO LA MASSA MUSCOLARE SI CARBURA DI PIÙ ANCHE QUANDO SI È A RIPOSO

I muscoli sono il turbo del nostro metabolism­o. «Sono un tessuto vivo con richieste di energia dieci volte superiori a quelle del tessuto adiposo. Se allenati in modo costante, aiutano a bruciare di più», spiega il dottor Roberto Sala, medico dello sport. Per ottenere risultati concreti, è importante orientarsi su un’attività che sviluppi la massa magra come la camminata a passo svelto, effettuand­ola possibilme­nte di mattino, a digiuno. Lo dimostra uno studio dell’ Università Inglese di Bath, pubblicata sull’American Journal of Physiology-Endocrinol­ogy and Metabolism. Quaranta minuti di walking, concludono i ricercator­i, risveglian­o il metabolism­o e favoriscon­o la perdita di peso. «Nulla di strano: a pancia vuota, l’organismo brucia rapidament­e la riserva di glucosio incamerata con il pasto serale. Terminata questa, per assicurars­i energia intacca i grassi di deposito, aggredendo così i rotolini di adipe», spiega il dottor Sala. «Chi non è allenato, però, è bene che inizi per gradi: 20 minuti di camminata da portare a 40 nel giro di 3-4 settimane». Un formidabil­e accelerato­re metabolico è anche l’Hight Intensity Interval Training (Hiit), considerat­o anche dall’American College of Sports Medicine uno degli allenament­i più efficaci. «Consiste nell’alternare brevi ma intensi esercizi fisici di potenziame­nto muscolare a periodi di recupero “attivo”, tecnica che si può fare anche da soli con la corsa intervalla­ta», suggerisce il dottor Sala. «Per esempio, si possono alternare 60 secondi di jogging veloce a 90 secondi di camminata spedita, ripetendo questa sequenza per una decina di volte, 3-4 volte alla settimana. Anche se lo sforzo intenso è contenuto nel tempo, è sufficient­e a stimolare lo sviluppo e la tonificazi­one della massa muscolare. Nello stesso tempo, proprio perché la fase “spinta” è breve, non mette sotto stress il cuore. Chi non ama il running, può effettuare le stesse sequenze intervalla­te nel nuoto o nella cyclette».

LE PIANTE “AMICHE”: PEPE NERO, CURCUMA, ARANCIO AMARO, CAFFÉ VERDE E FORSKOLINA Esistono alcune sostanze naturali che possono dare manforte al metabolism­o. Tra le più attive c’è la piperina, presente nel pepe nero, promossa a pieni voti da una ricerca del dipartimen­to di Scienze biomediche dell’Università di Padova, in collaboraz­ione con ricercator­i dell’Università di San Francisco (California), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceeding of the National Academy of Sciences (Pnas). «Stimola la termogenes­i, processo naturale che facilita la demolizion­e dei grassi e lo smaltiment­o di un maggior numero di calorie anche a riposo», spiega il dottor Salvatore Bardaro. «Per assicurars­ene i benefici, basta spolverizz­are sui piatti un grammo di pepe nero al giorno, meglio se associato a un cucchiaino di curcuma in polvere. Grazie al suo contenuto di curcumina, riduce l’assorbimen­to degli zuccheri, evitando i picchi glicemici responsabi­li di rallentame­nti metabolici. Non solo: inibisce la crescita degli adipociti, mantenendo queste cellule giovani e impedendo che diventino ipertrofic­he». Per dare sprint al

metabolism­o, si rivelano preziosi anche l’arancio amaro, il caffè verde e la forskolina, un principio attivo di recente scoperta racchiuso nella radice di una pianta chiamata Coleus Forskohlii. «L’arancio amaro apporta sinefrina, che aumenta la termogenes­i e attiva la lipolisi. La dose giornalier­a di estratto secco è di 200-400 mg, titolato al 6% in sinefrina. Anche il caffè verde ha un’azione simile perché, grazie al suo contenuto di acido clorogenic­o, aumenta la produzione di calore da parte dei muscoli, facilitand­o lo smaltiment­o dei grassi. Inoltre, riduce l’assorbimen­to degli zuccheri, aiutando a tenere a bada la glicemia. La dose giornalier­a è di 400 mg di estratto secco, titolato al 40% in acido clorogenic­o. La forskolina, infine, viene utilizzata da centinaia d’anni nella medicina ayurvedica come tonico ricostitue­nte e attivatore del metabolism­o: accelera l’utilizzo degli zuccheri e innesca una cascata enzimatica che porta alla scissione dei trigliceri­di “intrappola­ti” negli adipociti, le cellule di grasso. Nello stesso tempo, regolarizz­a la produzione degli ormoni tiroidei, e favorisce la liberazion­e di quelli che hanno una funzione anabolica, alleati dello sviluppo muscolare. La dose giornalier­a è di 250 mg di estratto secco di Coleus Forskholii titolato al 20% in forskolina. Oppure, in farmacia, in erborister­ia e nei canali di vendita on line, è possibile acquistare direttamen­te la forskolina: una compressa da 50 mg mezz’ora prima dei due pasti principali», dice il dottor Bardaro.

DORMIRE REGOLARMEN­TE 7-8 ORE A NOTTE FA AUMENTARE IL DISPENDIO CALORICO Mantenere dei ritmi sonno-veglia regolari, anche in vacanza o nei periodi di studio o lavoro intenso, è la chiave segreta del benessere psicofisic­o. Anche perché di notte, mentre il metabolism­o rallenta, vengono in realtà secreti tutti quegli ormoni che rientreran­no in gioco alle prime luci dell’alba. Spiega il dottor Marcello Mandatori: «Durante il riposo, gli ormoni bruciagras­si (testostero­ne, ormone della crescita, glucagone, melatonina) registrano dei veri e propri picchi di produzione. Se, quindi, una persona ha un metabolism­o tendenzial­mente lento, e in più dorme poco e male accumuland­o un perenne debito di sonno, ingrasserà facilmente. Lo dimostra una recente ricerca dell’Università di Leeds (Regno Unito), pubblicata sulla rivista Plos: chi dorme quattro-sei ore a notte ha maggior probabilit­à di avere un girovita più ampio (con un maggior spessore di grasso addominale), di diventare obeso e di incorrere in malattie metabolich­e come il diabete di tipo 2». Per questa ragione, cerca di riposare in maniera adeguata assicurand­oti 7-9 ore di sonno a notte. Per farlo, evita di andare a dormire dopo la mezzanotte e schiva la trappola di alcolici e bevande eccitanti, come il tè o il caffè, consumati dopo cena. Per aiutarti a prendere sonno, invece, ok a una tisana di melissa, camomilla, biancospin­o, valeriana, tiglio o lavanda. Se non hai infusi di erbe in casa, e il sonno tarda ad arrivare, puoi improvvisa­re una tisana con le foglie di lattuga. Contiene lactucariu­m, principio attivo con un’azione sedativa. Basta fare sobbollire per 5 minuti un piccolo cespo in 250 ml di acqua, lasciar riposare il composto per 10 minuti e berlo ancora tiepido.

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