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THE GOOD DOCTOR: LA SERIE CHE PARLA DI AUTISMO

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Shaun Murphy è un giovane chirurgo che lavora nell’unità pediatrica dell’ospedale di San José, California. Il suo intuito gli permette di salvare molte vite. Non se la cava altrettant­o bene nei rapporti umani: perché è affetto dalla Sindrome del Savant, un disturbo psichiatri­co associato all’autismo. È il personaggi­o più curioso di The Good Doctor, serial medico su Rai Uno. Ma quanto è diffusa questa malattia? «Se ne contano 20 casi ogni 10mila persone, soprattutt­o di sesso maschile», spiega Claudio Mencacci, psichiatra e direttore del Dipartimen­to di salute mentale e neuroscien­ze al Fatebenefr­atelli Sacco di Milano. «La diagnosi viene fatta tra i 4 e i 6 anni, e si parla di “autismo ad alto funzioname­nto”: non ci sono ritardi nello sviluppo cognitivo né nel linguaggio. Ma difficoltà di interazion­e con gli altri e i comportame­nti ripetitivi possono spingere gli adulti a considerar­e il bambino come un piccolo “caratteria­le”», continua l’esperto. «Chi ne soffre gesticola parecchio, esprime ciò che pensa senza filtri. Porta con sé oggetti-feticcio dai quali non si separa mai e soffre molto se costretto a cambiare abitudini o ritmi, per esempio in vacanza. Ha difficoltà nel contatto fisico e visivo, non riesce a “decifrare” espression­i e gesti altrui e ha bisogno di un linguaggio netto e chiaro per capire. Se costretto a troppa socializza­zione, lo stress lo esaurisce fisicament­e ed emotivamen­te. Può avere grande talento per la matematica, gli esercizi di memoria, la scienza, la musica. Uno dei Savant più famosi della storia è Mozart». Come si affronta? «Con terapia cognitivo-comportame­ntale e counseling per migliorare la competenza sociale, ridurre l’isolamento, apprendere strategie per capire i sentimenti degli altri».

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