IL 25,2% DEGLI ITALIANI CHE FA SPORT PRATICA GINNASTICA, AEROBICA E FITNESS
La prima cosa da valutare?
«Il primo aspetto è capire che cosa vuoi ottenere», raccomanda Paolo Evangelista, presenter internazionale e docente alla facoltà di Scienze motorie dell’Università di Torino. «La scelta deve basarsi sull’analisi di ciò che cerchi in palestra: desideri dimagrire? Trova un centro dotato di un ampio parco macchine cardio. Preferisci un momento per socializzare? Prediligi le palestre che offrono molte attività di gruppo. Hai bisogno di scaricare le tensioni? Accertati che vi siano lezioni di arti marziali. Bisogna avere le idee chiare prima di arrivare alla reception». Che è il primo punto di contatto con la palestra: «Qui puoi trarre una prima valutazione del rapporto umano che si instaura con il cliente», interviene Stefano Carlini, docente alla facoltà di Scienze motorie dell’Università di Urbino e fondatore dell’Accademia italiana wellness. «Considera come ti accolgono, se ti espongono con completezza tutte le informazioni, se ascoltano e rispondono alle tue domande. Oppure, se pensano solo a farti firmare l'iscrizione».
C'è un contratto standard?
No, ogni palestra o catena di centri fitness ha il proprio, più o meno comprensibile e lineare. «È un segno di serietà se il contratto che viene proposto ha una formula molto chiara: a fronte di questa cifra, tu hai diritto a determinati servizi», taglia corto Stefano Carlini. «Informati poi se nel costo dell’abbonamento è compresa la tessera di iscrizione (invece generalmente a parte) e se hai la possibilità di “congelarlo”: molte palestre consentono di sospendere una volta all’anno la frequenza per un eventuale periodo di non utilizzo (di solito il mese delle vacanze), che viene recuperato a fine contratto. Fai anche attenzione agli eventuali rinnovi automatici e alla modalità per disabilitarli, nel caso non ti interessino».
Come comportarmi quando mi fanno vedere il centro?
Vedere la palestra prima di iscriverti è un tuo diritto. Ma devi anche saperlo sfruttare al meglio: «Ti raccomando di non lasciarti semplicemente portare in giro in modo passivo, ma di chiedere informazioni dettagliate se noti qualcosa che non ti convince», sottolinea Paolo Evangelista. «Non avere paura di fare domande, perché stai facendo una scelta importante per la tua salute. Se eviti di chiedere chiarimenti, potresti avere brutte sorprese e correre il rischio di abbandonare presto».
Come deve essere un centro ben strutturato?
«Le sensazioni della prima visita sono molto importanti», prosegue Paolo Evangelista. «Le aree (cardio, macchine e corsi) devono essere luminose e ben arieggiate, perché sono zone in cui c’è un enorme consumo di ossigeno. Se la palestra è interrata, accertati che l’illuminazione al neon sia sufficiente in tutti i locali e non solo nelle sale. Tieni presente, però, che allenarsi con la luce naturale è più piacevole e funzionale anche dal punto di vista dell’umore. Fai inoltre attenzione allo spazio disponibile: stazioni e macchine troppo vicine rischiano di rendere impossibile un buon allenamento nelle ore di maggiore frequenza».
Quale ambiente valutare con più attenzione?
Lo spogliatoio. Di solito durante la visita si dà un’occhiata fugace e invece va osservato con la stessa attenzione delle sale. «È lo specchio della palestra», conferma Stefano Carlini. «Non guardare solo a igiene e pulizia, che devono ovviamente essere impeccabili, ma fai attenzione anche alla funzionalità degli arredi, che di solito dipendono dallo spazio disponibile: panche e sedute sono sufficienti? Gli armadietti hanno la serratura o devi portare da casa il lucchetto? Quante docce ci sono? Ci sono abbastanza phon a muro oppure prese per attaccare il tuo asciugacapelli?». Aggiunge Paolo Evangelista: «Se la pulizia di arredi e sanitari non ti sembra adeguata, significa che la palestra ha una carenza di personale. E difficilmente un centro poco pulito è in grado di offrire un servizio di personal training eccellente».
È possibile fare una lezione di prova?
«Generalmente sì, soprattutto per conoscere gli istruttori presenti», spiega Stefano Carlini. Anche se non è un tuo diritto assoluto: «Si tratta di un’offerta a discrezione della palestra, ma è ormai prassi che venga data questa possibilità».
Che rapporto deve esserci con il trainer?
La lezione di prova serve anche per conoscere gli istruttori, che devono essere qualificati con un titolo di studio ad hoc (diploma Isef oppure una laurea in Scienze motorie) e, possibilmente, aver frequen-
tato dei corsi di aggiornamento. Alcune palestre offrono in visione i curriculum dei loro trainer. «Durante questo primo approccio puoi riuscire a capire il feeling che potresti avere con un istruttore piuttosto che con un altro. È un aspetto cruciale, perché le macchine sono importanti, ma non fondamentali: meglio avere un buon allenatore, preparato e competente», raccomanda Paolo Evangelista. «Quindi, durante le prime lezioni non limitarti a valutare i macchinari, ma considera anche il rapporto umano che si instaura con l'istruttore, la sintonia che senti. Senza rinunciare a condividere i tuoi dubbi, o magari chiedere di provare un altro trainer. E ricorda che deve essere lui a