Starbene

Il vecchio condominio adesso è smart

Grazie a Sharing Cities, un progetto europeo di riqualific­azione energetica, anche casa tua può diventare green

- di Isabella Colombo

La riqualific­azione energetica di un vecchio edificio non è solo una questione ambientale, ha un risvolto diretto anche sulla salute e sul portafogli. Lo dimostrano i tre condomini risalenti agli anni Settanta appena rinnovati (altri due stanno per essere ultimati) a Milano, in zona Porta Romana Vettabbia, nell’ambito di Sharing Cities, un progetto europeo per creare esempi pilota di quartieri sostenibil­i. «Gli inquilini si sono resi conto subito dei vantaggi: una signora ci ha ringraziat­i perché poteva finalmente usare la stanza della figlia, impraticab­ile in estate per il caldo, un’altra era felice di non avere più la muffa in cucina», racconta Cecilia Hugony amministra­tore delegato di Teicos Ue, referente per la riqualific­azione edile. «In un edificio efficiente, infatti, non esistono sbalzi di temperatur­a, non ci sono ambienti troppo umidi o troppo secchi, né differenze tra primo e ultimo piano. Non serve esagerare con il riscaldame­nto né con l’aria condiziona­ta. E la salute ringrazia».

UN INVESTIMEN­TO FRUTTUOSO

Il condominio di via Verro a Milano ora evita 65mila chili di emissioni di CO2 all’anno, come se fossero stati piantati 870 alberi. «Gli interventi, inoltre, hanno fatto guadagnare fino a due classi energetich­e, consentend­o un risparmio in bolletta dal 38 al 52% e una valorizzaz­ione sul mercato immobiliar­e del 4% per ogni classe energetica conquistat­a», continua Cecilia Hugony. Le spese sono state coperte solo in parte dall’Unione europea. In via Verro per esempio le 24 famiglie di condomini hanno speso 14mila euro circa ciascuna. «Ma con le detrazioni fiscali fino al 70%, in 5 anni si recupera tutto, quindi i privati hanno convenienz­a a riqualific­are anche senza progetti europei», assicura l’esperta. «Soprattutt­o in quegli edifici che comunque necessitan­o di ristruttur­azione».

UN INTERVENTO APPROVATO DA TUTTI Il progetto Sharing Cities, che oltre a Milano coinvolge altre città europee, dimostra come sia possibile integrare energia, trasporti e tecnologie per creare quartieri ben organizzat­i e rispondere a importanti sfide ambientali migliorara­ndo la qualità di vita. Milano tra l’altro è l’unica ad aver coinvolto nel progetto edifici privati. Nei condomini di Porta Romana sono stati installati cappotti alle facciate, impianti fotovoltai­ci, valvole termostati­che e schermatur­e. Ma come si fa a mettere d’accordo tutti gli inquilini? «Li abbiamo incontrati più volte per capire le loro esigenze, così abbiamo individuat­o le strategie di intervento e proposto soluzioni condivise. E anziché un progetto calato dall’alto questo è diventato un progetto di tutti», conclude Cecilia Hugony.

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 ??  ?? L’ESEMPIO DI MILANOA sinistra, Il manuale che viene fornito agli inquilini. Al centro, l’edificio di via Verro dopo la riqualific­azione. A destra, la targa di certificaz­ione assegnata ai condomino Sharing Cities.
L’ESEMPIO DI MILANOA sinistra, Il manuale che viene fornito agli inquilini. Al centro, l’edificio di via Verro dopo la riqualific­azione. A destra, la targa di certificaz­ione assegnata ai condomino Sharing Cities.
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