Il vecchio condominio adesso è smart
Grazie a Sharing Cities, un progetto europeo di riqualificazione energetica, anche casa tua può diventare green
La riqualificazione energetica di un vecchio edificio non è solo una questione ambientale, ha un risvolto diretto anche sulla salute e sul portafogli. Lo dimostrano i tre condomini risalenti agli anni Settanta appena rinnovati (altri due stanno per essere ultimati) a Milano, in zona Porta Romana Vettabbia, nell’ambito di Sharing Cities, un progetto europeo per creare esempi pilota di quartieri sostenibili. «Gli inquilini si sono resi conto subito dei vantaggi: una signora ci ha ringraziati perché poteva finalmente usare la stanza della figlia, impraticabile in estate per il caldo, un’altra era felice di non avere più la muffa in cucina», racconta Cecilia Hugony amministratore delegato di Teicos Ue, referente per la riqualificazione edile. «In un edificio efficiente, infatti, non esistono sbalzi di temperatura, non ci sono ambienti troppo umidi o troppo secchi, né differenze tra primo e ultimo piano. Non serve esagerare con il riscaldamento né con l’aria condizionata. E la salute ringrazia».
UN INVESTIMENTO FRUTTUOSO
Il condominio di via Verro a Milano ora evita 65mila chili di emissioni di CO2 all’anno, come se fossero stati piantati 870 alberi. «Gli interventi, inoltre, hanno fatto guadagnare fino a due classi energetiche, consentendo un risparmio in bolletta dal 38 al 52% e una valorizzazione sul mercato immobiliare del 4% per ogni classe energetica conquistata», continua Cecilia Hugony. Le spese sono state coperte solo in parte dall’Unione europea. In via Verro per esempio le 24 famiglie di condomini hanno speso 14mila euro circa ciascuna. «Ma con le detrazioni fiscali fino al 70%, in 5 anni si recupera tutto, quindi i privati hanno convenienza a riqualificare anche senza progetti europei», assicura l’esperta. «Soprattutto in quegli edifici che comunque necessitano di ristrutturazione».
UN INTERVENTO APPROVATO DA TUTTI Il progetto Sharing Cities, che oltre a Milano coinvolge altre città europee, dimostra come sia possibile integrare energia, trasporti e tecnologie per creare quartieri ben organizzati e rispondere a importanti sfide ambientali migliorarando la qualità di vita. Milano tra l’altro è l’unica ad aver coinvolto nel progetto edifici privati. Nei condomini di Porta Romana sono stati installati cappotti alle facciate, impianti fotovoltaici, valvole termostatiche e schermature. Ma come si fa a mettere d’accordo tutti gli inquilini? «Li abbiamo incontrati più volte per capire le loro esigenze, così abbiamo individuato le strategie di intervento e proposto soluzioni condivise. E anziché un progetto calato dall’alto questo è diventato un progetto di tutti», conclude Cecilia Hugony.