Il peeling? Lo faccio mentre dormo
Agisce nelle ore in cui la cute è più ricettiva, attenuando rughe superficiali, macchie e pori dilatati. E quando ti svegli il tuo viso risplende
PIÙ UN ACIDO VIENE UTILIZZATO A UN PH BASSO, PIÙ ENERGICA SARÀ LA SUA AZIONE SULLA PELLE.
In medicina estetica è uno dei trattamenti più richiesti, superato solo dalle iniezioni di acido ialuronico e botulino. Ma quando inizia la stagione autunnale, il peeling sale in cima alla classifica, perché è quello che ci vuole per rinnovare la pelle in profondità, eliminando o attenuando rughe superficiali, macchie, pori dilatati, perdita di luminosità. Di pari passo, anche il mondo della cosmetica si è adeguato a questa esigenza, proponendo trattamenti esfolianti sempre più efficaci e concentrati che imitano in tutto e per tutto i trattamenti professionali. L’ultima novità sono i peeling notturni: si applicano la sera e si lasciano agire durante il sonno. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
TU RIPOSI, LUI AGISCE
«I peeling notturni sfruttano il fatto che, mentre si dorme, la pelle è più ricettiva e non è impegnata a difendersi dalle aggressioni esterne. Il suo “lavoro” principale è riparare i danni accumulati durante il giorno e rigenerarsi», spiega Paola Gasparetto, medico estetico a Padova. La pelle, come il corpo, ha un orologio interno regolato da ormoni quali la melatonina. Tra le 23 e le 4 la velocità alla quale le cellule cutanee si riproducono raggiunge il suo picco e diventa 3 volte superiore a quella diurna; aumenta il ritmo con cui vengono portate in superficie le cellule nuove ed eliminate quelle morte, la microcircolazione migliora e di conseguenza arriva più nutrimento ai tessuti. Per tutti questi motivi applicare un esfoliante prima di addormentarsi è conveniente: il rinnovamento cutaneo accelera ulteriormente.
I PRINCIPI ATTIVI
Gli acidi sono le sostanze base contenute nei peeling. Agiscono “sciogliendo” i legami tra le cellule e stimolandone così il turnover. Quelli utilizzati nei cosmetici sono soprattutto alfa e betaidrossiacidi. Tra i primi, i più importanti sono: acido glicolico, ricavato da canna e barbabietola da zucchero; acido lattico da latte fermentato, mirtilli, ananas; acido citrico dagli agrumi; acido malico da mele, fragole, papaya e acido mandelico dalle mandorle. Tra i beta-idrossiacidi il più usato è l’acido salicilico, estratto, in origine, dal salice. Ma che differenza c’è tra i due tipi? «I primi sono solubili in acqua ed hanno molecole più piccole e che penetrano più in profondità. L’acido salicilico invece è solubile nei grassi e ha molecole più grandi che restano più in superficie. Per questa sua caratteristica è anche un seboregolatore ed è indicato in presenza di impurità. Talvolta, per rendere le formule più complete, si utilizzano sia alfa che beta idrossiacidi» spiega la dottoressa Gasparetto.
LA CONCENTRAZIONE E IL PH
Certo, si tratta di ingredienti presenti in molte formulazioni antiage; ciò che
cambia nei peeling notturni sono la concentrazione e il pH. Quest’ultimo è importante perché più un acido viene utilizzato a un pH basso, più energica sarà la sua azione sulla pelle. Per fare un esempio, l’acido glicolico puro ha un pH uguale a 1 (quello della pelle è 5,5), e non può essere usato perché danneggerebbe la cute. L’acidità viene attenuata unendo una base alcalina. «Con un pH inferiore a 4 e una concentrazione superiore all’8%, si manifesta un’attività esfoliante che aumenta la luminosità cutanea, riduce macchie scure, rughe, piccole cicatrici e favorisce l’eliminazione delle impurità», spiega Giulia Penazzi, cosmetologa. L’acido glicolico in un peeling notte può arrivare al 10%, che è la massima consentita in un cosmetico. Nei peeling effettuati dal medico, invece, può anche oltrepassare il 50%.
GLI ACIDI PIÙ USATI
Il più utilizzato tra gli alfaidrossiacidi è l’acido glicolico, quasi sempre presente anche nei peeling notturni, per la sua azione levigante e schiarente. Anche l’acido malico è usato nei prodotti depigmentanti, oltre che per il trattamento delle pelli grasse e acneiche. Rispetto ad altri, è meno irritante ed è più indicato se la cute tende ad essere infiammata. Immancabile negli esfolianti anti-age è l’acido lattico, che stimola il ricambio cellulare a basse concentrazioni. Il suo plus? È indicato anche quando la pelle è secca. Alcuni studi hanno dimostrato infatti che favorisce la produzione di ceramidi, sostanze grasse che rinforzano
la barriera di protezione cutanea. L’acido più soft è il mandelico: viene impiegato nel trattamento delle rughe più superficiali e ha un’azione esfoliante molto delicata. Alcuni peeling notturni sono studiati per agire in due fasi: una prima, che dura circa due settimane, in cui si applica un esfoliante a base di acidi più soft, come il mandelico, e una seconda in cui invece si passa alle “maniere forti” con una formulazione in cui è presente l’acido glicolico.
L’APPLICAZIONE
I peeling “by night” hanno varie texture: creme, gel, sieri, lozioni e persino dischetti. Vanno sempre stesi sulla pelle perfettamente detersa e nella maggior parte dei casi non richiedono trattamenti ulteriori. Talvolta si consiglia di abbinare un idratante, per non rischiare di seccare troppo la cute. L’applicazione è semplice, del tutto simile a quella di una maschera. Per un risultato perfetto e se la texture lo consente, può essere d’aiuto utilizzare un pennello, che deve essere piatto e a ventaglio. In questo modo si può stendere la formula in modo ancora più preciso, “professionale”. «Il vantaggio di questi prodotti è che agiscono notte dopo notte, in modo graduale. L’esfoliazione è lenta ma continua e assicura un rinnovamento degli strati più superficiali della pelle. Non a caso spesso si consiglia di utilizzarli per un mese consecutivamente: il tempo necessario perché il ricambio sia completo» spiega la cosmetologa. È possibile ripetere il peeling notturno 3-4 volte all’anno, al cambio di stagione.
I RISULTATI
«Gli effetti sono diversi da quelli ottenibili con i trattamenti professionali. Questi ultimi, quando vengono usati ad alte concentrazioni, stimolano la produzione di collagene ed elastina, donando anche maggior compattezza alla pelle» osserva la dottoressa Gasparetto. «I peeling domiciliari si fermano in superficie, ma se vengono usati con regolarità, riescono ad attenuare le discromie e le rughe meno profonde e a migliorare la trama della pelle», spiega l’esperta.