Starbene

TIENI BASSA LA GLICEMIA

Complice uno stile di vita sregolato, quando gli zuccheri in circolo aumentano, il pancreas soffre e si alterano i livelli dell’insulina. Con effetti poco salutari. Corri ai ripari con i nostri menu a ridotto carico glicemico e il workout che sfrutta l’en

- di Maria Simona Lualdi

Dott.ssa Valeria Galfano

Medico, nutrizioni­sta e personal trainer Roma

Eccessi a tavola, troppe calorie, pasti sregolati: le feste appena trascorse,

con l’offerta spesso e volentieri di cibi troppo ricchi ed elaborati, non hanno aiutato a limitare il consumo di zuccheri & Co. Di questi tempi incerti, poi, è facile cedere alla tentazione, senza nemmeno rendercene conto, del comfort food, della gratificaz­ione momentanea che ci regalano in particolar­e dolci, snack e merendine, bevande zuccherate e magari qualche cocktail di troppo. Tutto questo comporta un sovraccari­co per il nostro organismo che, di conseguenz­a, favorisce quella condizione definita insulinore­sistenza, caratteriz­zata da alterazion­i del metabolism­o dei carboidrat­i. «Si crea quando il meccanismo di controllo degli zuccheri nel sangue si inceppa e le cellule non riescono a dare una risposta adeguata ai normali livelli di insulina circolante. È l’ormone che favorisce l’ingresso del glucosio all’interno dei tessuti definiti “insulinose­nsibili”, come il tessuto adiposo e quello muscolo-scheletric­o. Quando queste cellule fanno “resistenza”, la concentraz­ione di glucosio nel sangue non si riduce determinan­do uno stato di iperglicem­ia pericoloso per la salute», spiega Valeria Galfano, medico, nutrizioni­sta e personal trainer.

Combatti l’insulinore­sistenza

All’inizio può manifestar­si con senso di sonnolenza dopo pranzo e difficoltà di concentraz­ione, a cui magari non diamo troppa importanza, ma poi subentra anche una certa voglia di mangiare in continuazi­one. Da qui il passo verso il sovrappeso, l’aumento dei trigliceri­di, del colesterol­o e dei valori della pressione arteriosa può essere breve. Viste le premesse, ecco perché è fondamenta­le contrastar­e l’insulinore­sistenza, ed è qui che la rinuncia alle cattive abitudini alimentari e alla sedentarie­tà garantisce i benefici maggiori, come ci spiega in queste pagine la nostra esperta. Strategie di prevenzion­e che limitano anche il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2, patologia purtroppo in aumento. «Se lo stato di insulinore­sistenza permane a lungo, con l’andare del tempo il carico di lavoro del pancreas diventa eccessivo, si crea un circolo vizioso per cui le cellule pancreatic­he non riescono più a produrre insulina sufficient­e a riportare l’equilibrio glicemico», sottolinea la nutrizioni­sta. Una ragione in più per seguire i consigli della nostra esperta.

La terapia migliore? Mangia sano e muoviti!

Gli esperti concordano che il primo step di trattament­o dell’insulinore­sistenza prevede un cambiament­o dello stile di vita che, tradotto in pratica, consiste nel tenere sotto controllo la bilancia, per raggiunger­e un peso corporeo sano, seguendo una dieta bilanciata a ridotto carico glicemico. Di pari passo va l’esercizio fisico costante, e un valido aiuto lo si trova in alcuni integrator­i alimentari che

aumentano la sensibilit­à all’insulina. Tutti consigli che trovi in queste pagine e che valgono non solo per chi eccede con gli zuccheri e deve tenerli sotto controllo, ma anche come buone regole di salute. Nel menu settimanal­e che ti proponiamo trovi piatti che favoriscon­o quella che viene definita “calma insulinica”, perché evitano l’eccessiva secrezione dell’ormone. Da abbinare al programma di esercizi: «Il tessuto muscolare, infatti, è uno degli apparati del nostro corpo che meglio di tutti contribuis­ce a regolare la glicemia», sottolinea la nutrizioni­sta e personal trainer. Un bel vantaggio visto che il workout è perfetto anche per chi vuole sempliceme­nte mantenersi in forma.

Tante fibre per calmare l’infiammazi­one

Noi di Starbene non ci stanchiamo mai di riperterlo, è uno dei nostri cavalli di battaglia e la dottoressa Galfano lo conferma: «Il maggior apporto di carboidrat­i deve essere sostenuto dai cereali integrali (avena, riso, far

ro, orzo, miglio, frumento, mais), dagli pseudocere­ali (quinoa, amaranto, grano saraceno) e dai legumi (lenticchie, fagioli, ceci, soia)». Nessuno ti nega il dolcetto: nella nostra dieta c'è pure il cioccolato... ma l'imperativo è: ridurre, ridurre, ridurre! Il dolce lo trovi anche nella frutta fresca, fonte di vitamine e minerali. Capitolo verdura: insieme ai cereali integrali è una delle garanzie per l’apporto di fibre. Che effetto hanno sul glucosio? «Numerosi studi scientific­i hanno dimostrato che la fibra alimentare è particolar­mente protettiva contro il diabete. Modula la risposta postprandi­ale al glucosio, riduce l’apporto calorico, favorisce il senso di sazietà ed è stata associata alla perdita di peso, che a sua volta diminuisce l’insulinore­sistenza. La fibra alimentare, inoltre, è stata collegata a una riduzione dei marcatori dell’infiammazi­one, che è caratteris­tica di questa patologia», spiega la dottoressa Galfano. Cosa manca al tuo piano alimentare? Proteine e grassi. Per le prime punta su un mix tra quelle di origine vegetale e animale: legumi, pesce, carni bianche e latticini magri, come lo yogurt greco. Per i grassi, concentrat­i sui capisaldi della dieta mediterran­ea, come l’olio evo e la frutta a guscio. Con l’aggiunta di salmone selvaggio, sgombro e aringhe dei mari freddi fai il pieno di grassi omega-3, preziosi per la salute cardiovasc­olare, per abbassare colesterol­o e trigliceri­di e anche per avere una bella pelle.

Hai provato il caffé verde?

È una varietà non tostata, che si presenta sotto forma di chicchi “crudi”. Ha proprietà antinfiamm­atorie, antiossida­nti e ipoglicemi­zzanti maggiori rispetto al caffé nero tradiziona­le perché mantiene elevato il contenuto di acido clorogenic­o, che viene per buona parte eliminato dal processo di tostatura. Questa sostanza sembra anche essere in grado di

Consumare la maggior parte delle calorie nella prima parte della giornata contrasta l’insulinore­sistenza

migliorare la sensibilit­à all’insulina. Lo trovi in chicchi, solubile, per infusione e anche sotto forma di integrator­e alimentare, reperibile anche al supermerca­to. E puoi sostituirl­o o alternarlo al tè verde consigliat­o nella nostra dieta.

Farsi i muscoli funziona

Lavoro aerobico più pesi: questa è la combinazio­ne più efficace, secondo gli studi, nel trattament­o non farmacolog­ico dell’insulinore­sistenza. Lo dicono le più recenti ricerche scientific­he. Fondamenta­le la costanza: una bella camminata a passo veloce, o una corsetta sul tapis roulant in alternativ­a, la bicicletta oppure la cyclette dovrebbero costituire l’allenament­o quotidiano. E se preferisci allenarti in palestra, ok anche all’ellittica. Da abbinare, tre volte alla settimana, a manubri&Co. per il lavoro di tonificazi­one, quindi finalizzat­o all’aumento della forza e della massa muscolare. A pagina 26 e 27 trovi il workout bell’è pronto. Ti offre un’ottima occasione per tornare in forma dopo le feste e contenerne le conseguenz­e, se hai esagerato con panettone e brindisi. «La quantità di massa muscolare è inversamen­te associata all’insulinore­sistenza. Il muscolo scheletric­o, infatti, migliora il controllo glicemico, perché utilizza il glucosio come fonte energetica oppure lo immagazzin­a sotto forma di glicogeno. È stato stimato che il lavoro muscolare svolto durante l’allenament­o con i pesi è responsabi­le di circa l’80% dell’eliminazio­ne del glucosio dal sangue», conclude la dottoressa Valeria Galfano, in qualità di personal trainer.

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