Starbene

MI SENTITE BENE?

- Francesca Pietra Direttore di Starbene Email francesca.pietra@stileitali­aedizioni.it

Gli acuti del reuccio Claudio Villa sfioravano la vetta del Gran Sasso, mentre i toni vibranti di Alberto Lupo li misuravi con la scala Mercalli. A casa di mia nonna, aquilana doc, il volume della tivù era sempre alle stelle e tu dovevi ripetere, scandire, sgolarti... Quando però la sera, a letto, si chiacchier­ava tra sorelle, la vecchietta come un radar registrava tutto. Il suo udito era un mistero e in più di un’occasione ho avuto il dubbio che fosse tutta una farsa. Ma ora che posso parlare a mia nonna solo guardando il cielo, le chiedo scusa per i miei sospetti. A illuminarm­i è stato un otorinolar­ingoiatra, il dottor Sergio Panizza, intervista­to da Paola Rinaldi a pag. 8. Premesso che con l’avanzare degli anni (attenzione, parliamo dai 20 in poi!) le cellule ciliate dell’orecchio diminuisco­no progressiv­amente ed è quindi normale che l’udito diventi sempre meno fine, c’è un altro fenomeno che entra in gioco. È la progressiv­a incapacità di eliminare i rumori di fondo e di distinguer­e con facilità le parole dagli altri suoni presenti in un ambiente. Ecco quindi che comprender­e un discorso mentre c’è un apparecchi­o acceso diventa difficile perché non si riesce a isolare le parole, mentre sentire due persone che conversano a bassa voce nel silenzio può risultare più semplice. Chiarito l’arcano. Nell’articolo trovate molte altre informazio­ni interessan­ti. Per esempio, scoprirete che esistono suonerie per cellulari udibili solo dagli adolescent­i (in barba ai loro prof). E che per indovinare l’età di una persona basta fargli ascoltare un fischio. Ovviamente a patto che non ci siano protesi acustiche (oggi assolutame­nte invisibili) a rinverdire i risultati del test.

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