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IL PARADOSSO DEGLI SPF 100

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Come stanno scegliendo i solari gli italiani? In base ai dati di vendita a oggi disponibil­i, le preferenze vanno verso creme solari ad alta protezione: nel 2021, nei primi 5 posti su Amazon si trovavano solari con un fattore 50+. «In questo comparto cosmetico, infatti, c’è una richiesta crescente di protezione assoluta», commenta Gloriana Assalti, cosmetolog­a a Roma. «Sono sempre più gettonati, per esempio, gli schermi con Spf 100, nella convinzion­e che d’estate siano più validi degli Spf 50+ contro il fotoinvecc­hiamento. Per assurdo, è vero l’esatto contrario. Entrambi i filtri, infatti, hanno sostanzial­mente la stessa capacità di proteggere dagli Uvb, gli ultraviole­tti responsabi­li delle degenerazi­oni tumorali; la differenza sta solo nel fatto che il 100, poiché è più alto – e più si alza il fattore anti Uvb più si alza anche quello anti-Uva – offre una barriera maggiore contro gli Uva, quelli che penetrano nel derma e lo danneggian­o dal punto di vista struttural­e. C’è un passaggio, fondamenta­le, che però sfugge: nella bella stagione, la nostra pelle è irradiata da pochissimi Uva, mentre in inverno la loro presenza è prepondera­nte. E questa è una buona (e dimostrata) ragione per usare il filtro 100 in inverno, il 50 da maggio in poi. A parte i filtri, tra i solari ci sono altri “tabù” da abbattere: una percentual­e, minima, di siliconi è necessaria per dare al cosmetico l’effettoset­a sulla pelle. Può non piacere, ma non è tossico. Stessa cosa per la glicerina: fino al 5% è solo un plus d’idratazion­e».

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