AMO I GRILLI, LE LARVE DECISAMENTE NO
Li ho assaggiati per la prima volta in Nevada nel 2013, in uno di quei drugstore per la sosta che si trovano lungo le highway americane. Grilli essiccati, forse fritti, e vermi aromatizzati alla paprika e alla cipolla, in formato snack. I grilli mi sono piaciuti subito, da quel momento ho continuato a mangiarli appena ne ho avuto l’occasione, per esempio in Svizzera dove sono in vendita già da tempo. Sono croccanti, uno tira l’altro. Sulle larve ho avuto qualche problema in più, soprattutto per la consistenza. Senza notare particolari differenze di gusto, ho poi assaggiato ottime polpette in cui la farina di grillo era miscelata con il pan grattato e anche torte salate preparate con un mix di quella di grano e insetti. Come sarà per gli alimenti presto in vendita, prodotti con una miscela di semole, per cui sull’etichetta dovranno essere indicate le diverse percentuali utilizzate. Sottolineo che questo “novel food” è una fonte proteica di alto valore biologico e, soprattutto, con un basso impatto ambientale. Ecco perché la Fao sostiene la diffusione di questi alimenti che, se ci pensiamo, milioni di persone consumano da tempo, quindi già testati e ben tollerati dall’organismo umano. Li considero alimenti sicuri perché, per poter essere commerciati nella UE, devono superare una serie di rigorosi controlli per la sicurezza alimentare che valutano la provenienza e i metodi di allevamento, i processi di produzione e anche il rischio di allergie. In Italia avremmo inoltre l’ambiente adatto per allevare la materia prima, quindi potrebbero diventare anche un’opportunità di crescita produttiva.