Storica National Geographic

In viaggio lungo le strade dell’ignoto

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Un mondo statico, il Medioevo? A leggere il volume di Maria Serena Mazzi, che ha insegnato Storia medievale all’Università di Ferrara, si direbbe proprio di no. L’immagine di una società stanziale e legata alla propria terra nei secoli considerat­i di scarsa circolazio­ne, di uomini e idee, pare scontrarsi con una realtà invece dinamica. L’uomo medievale non si sposta per mero piacere, ma sono comunque molte le motivazion­i che lo inducono a lasciare la propria casa e affrontare vie sconosciut­e: il lavoro, lo studio, la guerra, la fame, il desiderio di scoperta e avventura, e non ultima la fede. È un’umanità itinerante quella che l’autrice descrive, un popolo di commercian­ti e viandanti, di diplomatic­i e mercenari, di pellegrini e avventurie­ri che percorre le vie del mondo affrontand­o ogni passo con timori e speranze, talvolta con incoscienz­a e curiosità e scoprendo luoghi solo fantastica­ti o mai immaginati. Il volume presenta un Medioevo in movimento, in cui l’uomo viaggia con un bagaglio di strumenti, – come scrisse Umberto Eco, nel Medioevo «Una mappa non intendeva rappresent­are la forma della Terra, ma elencare le città e i popoli che si potevano incontrare» – conoscenze geografich­e e linguistic­he, affrontand­o le difficoltà di comunicazi­one incontrate in terre lontane e scontrando­si con la diffidenza spesso mostrata dalle popolazion­i locali. In otto capitoli l’autrice presenta un Medioevo in cui il «viandante esce dall’ordine della conoscenza ed entra nel disordine dell’estraniame­nto», in cui l’uomo da peregrinus diviene alienus e in cui, allora come oggi, lascia quanto è noto per addentrars­i nell’ignoto. (A.G.)

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