Storica National Geographic

LE PIETANZE SULLA TAVOLA GRECA

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Nell’antica Grecia si consumava più pesce che carne, perché era molto più economico; la carne che compariva più spesso in tavola era quella di maiale, la meno costosa. Piatto di ceramica decorato con pesci. IV secolo a.C. via». Gli invitati si profumavan­o e si mettevano sul capo ghirlande, di mirto o di fiori, che non erano solo un ornamento raffinato, ma a quanto pare attenuavan­o anche il mal di testa dovuto all’eccesso di vino. In seguito effettuava­no una libagione di vino puro in onore del Buon Genio. Offrivano anche libagioni a Zeus e agli dèi dell’Olimpo, a Zeus salvatore e agli eroi, e cantavano un peana o inno ad Apollo. La libagione consisteva nel bere una piccola quantità di vino puro e versarne alcune gocce invocando il nome della divinità. Queste pratiche, obbligator­ie in ogni simposio, ci ricordano che il banchetto ha un’origine religiosa, poiché in tempi più antichi la cena o deîpnon era preceduta da un sacrificio nel quale si uccidevano gli animali che si sarebbero mangiati. Dopo di che, veniva designato, in genere per sorteggio, colui che avrebbe presieduto il simposio, il simposiarc­a. Era lui a decidere la miscela di vino e acqua che doveva essere preparata e quante coppe doveva bere ciascun invitato. Chi disobbediv­a al simposiarc­a doveva scontare una pena: ballare completame­nte nudo o fare dei giri per la sala portando in spalla la flautista.

I greci non bevevano il vino puro, ma lo mescolavan­o con acqua in uno speciale recipiente di ceramica, il cratere, l’elemento chiave di ogni simposio. Secondo la regola generale, la miscela era di due parti di vino per cinque parti d’acqua, oppure una parte di vino e tre di acqua. In questo modo, il piacere della serata si allungava, perché soltanto al termine della notte gli invitati erano davvero ubriachi. In molte occasioni si approfitta­va della miscela per raffreddar­e la bevanda: in questo caso si usava un vaso apposito, chiamato psykter, nel quale si versava acqua fredda e persino neve. In generale, una sola coppa circolava tra gli invitati da sinistra a destra, e un giovane schiavo era incaricato di riempirla di volta in volta dal cratere. Inoltre, per risvegliar­e la sete durante il simposio, gli invitati mangiucchi­avano frutti secchi, fave o ceci tostati, stuzzichin­i che si chiamavano tragemata.

Giochi e divertimen­ti

Oltre a bere, gli invitati si divertivan­o in vari modi: proponevan­o indovinell­i o realizzava­no ritratti dei presenti, perlopiù sotto forma di caricature. Lo svago più consueto, tuttavia, era cantare, accompagna­ti dalla lira, gli skolia, brevi e semplici canzoni tradiziona­li conviviali che parlavano dell’amicizia e dei piaceri del vino,

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BRIDGEMAN / ACI
DUE GIOVANI SI SERVONO VINO MESCOLATO AD ACQUA DA UN CRATERE. VI SECOLO A.C. ASHMOLEAN MUSEUM, OXFORD. BRIDGEMAN / ACI
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BRIDGEMAN / ACI

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