Il primo incontro con il cacao
cultura, il cacao viene rappresentato su ogni tipo di supporto – vasi, rilievi o codici – e sempre in presenza di personaggi di alto rango intenti a officiare cerimonie importanti. L’abbondanza di rappresentazioni nelle terre maya non deve sorprenderci, perché è appunto in questa regione che cresceva l’albero del cacao.
Il cacao faceva parte del rituale preispanico almeno dal Periodo classico. A volte assumeva il ruolo di albero cosmico, associato al sud e pertanto all’inframondo, forse perché aveva bisogno di ombra per crescere. Così, il suo simbolismo nasceva per opposizione a un’altra delle coltivazioni principali dell’area, il mais. Questo rappresentava la luce e la vita, al contrario del cacao, che era associato all’oscurità e alla morte. Era anche correlato al giaguaro, che agiva come suo protettore – esiste una varietà di cacao bicolore chiamata balamté o albero del giaguaro –, e al gioco della palla, a causa dello sforzo richiesto da questo sport. Infatti non bisogna dimenticare il potere stimolante e rinvigorente del cacao, assai efficace in caso di attività fisica intensa. Ma, soprattutto, il ca- DURANTE IL QUARTO VIAGGIO di Cristoforo Colombo, tra il cao era legato al sangue e al sacrificio per via del suo colore: l’aspetto della cabossa, cioè del frutto, ricordava il cuore, che al suo interno conserva il liquido prezioso. In alcuni casi, alla bevanda veniva aggiunto l’achiote, un colorante rosso che tingeva le labbra di chi la beveva dando l’impressione che fossero sporche di sangue. In alcuni rituali, il cacao veniva preparato con l’acqua di lavaggio dei coltelli utilizzati durante i sacrifici.
La semina e la coltivazione del cacao erano legati ad alcuni riti al fine di assicurare un raccolto abbondante. Per esempio, gli agricoltori maya, che