LA MORTE DI ALESSANDRO
Il condottiero raffigurato sul letto di morte. Illustrazione del XIX secolo. La sua scomparsa, avvenuta a Babilonia, pose fino al grande progetto imperiale macedone.
La morte di Alessandro creò improvvisamente una situazione di enorme instabilità alla corte di Macedonia, poiché il re non aveva designato un erede diretto, e ciò dava adito a una complessa questione successoria. Per i monarchi e i nobili macedoni la poligamia era una pratica normale, probabilmente al fine di assicurare l’esistenza di almeno un figlio maschio che garantisse la continuità dinastica; Filippo II, padre di Alessandro, ebbe almeno sei mogli, e lo stesso Alessandro ne ebbe tre: Rossane, Statira e Parisatide. D’altro canto, la monarchia macedone non era ereditaria: il re proponeva un erede, ma questi doveva essere accettato e dichiarato tale dall’assemblea dei macedoni, che di fatto era quella che nominava o deponeva il monarca, e che non si sentiva in alcun modo obbligata a confermare la scelta effettuata dal sovrano defunto.
In questo stato di cose, il primo candidato alla successione di Alessandro sembrava essere il suo fratellastro Arrideo, figlio di Filippo II e della nobildonna macedone Filinna, ma poiché sin dall’infanzia mostrò scarsa salute – si dice che fosse epilettico – e modeste doti intellettuali, si trovò praticamente inabilitato ad assumere le funzioni militari o di governo proprie di un re. In effetti, Alessandro non gli conferì mai alcuna responsabilità civile o militare, sebbene non fosse completamente incapace, dal momento che non fu mai posto sotto la sorveglianza di un tutore. Ciononostan-