L’ENIGMA DELLE TOMBE DI VERGHINA
Larnax o urna cineraria scoperta nella Tomba 2 di Verghina. Le ceneri contenute al suo interno furono attribuite a Filippo II, il padre di Alessandro Magno. La Tomba 3 dello stesso tumulo custodiva i resti di un adolescente, forse Alessandro IV. re re sia Filippo Arrideo sia Alessandro IV. A ciò si aggiungeva il grande spirito di corpo dell’esercito, nonostante le rivalità interne. Vi erano anche altre importanti forze di coesione, come l’uso di una stessa moneta (la dracma) in buona parte dell’Impero e una lingua comune (la koiné greca), che facilitava la comunicazione tra regioni molto lontane e diverse. Anche la politica di fondazione di città intrapresa da Alessandro e l’insediamento di greci e macedoni in Oriente contribuirono a generare una certa sensazione di appartenenza a una medesima comunità culturale greco-macedone. Tuttavia, le ambizioni dei generali di Alessandro minarono l’unità dell’esercito e sgretolarono la
lealtà alla dinastia.
Lotte per il potere
Perdicca cercò di riaffermare la propria autorità con la forza, ma morì per mano dei suoi stessi soldati durante una campagna in Egitto, nel 321 a.C. Il suo successore nella reggenza fu Antipatro, che risiedeva a Pella, la capitale macedone, con Rossane, Olimpia e i due monarchi, Alessandro IV e Filippo Arrideo. Il nuovo reggente comprese che da un luogo tanto periferico non avrebbe potuto mantenere il controllo amministrativo e militare di un impero tanto grande, e dovette acconsentire a un nuova suddivisione territoriale con gli altri generali di Alessandro. Prima di morire, per malattia, Antipatro designò come successore alla reggenza il suo compagno Poliperconte, dimenticandosi del suo stesso figlio, Cassandro.
Quest’ultimo si lanciò alla conquista di Macedonia e Grecia, fino a farsi nominare reggente dell’Impero in nome di Filippo Arrideo. Poiché ciò implicava l’esclusione dal trono del piccolo Alessandro IV, la nonna, Olimpia, reagì con violenza. Nel 317 a.C. fece assassinare Filippo Arrideo e un centinaio tra familiari e amici di Cassandro, e costrinse Euridice, moglie di Arrideo, a impiccarsi. In rappresaglia, Cassandro entrò in Macedonia e assediò Pidna per obbligare Olimpia alla resa: la vedova di Filippo fu uccisa dai parenti degli uomini che aveva fatto assassinare.
Da quel momento, Alessandro IV rimase l’unico monarca di Macedonia, a soli sei anni. A partire dal 315 a.C., furono coniate monete sulle quali compaiono la sua effigie e il nome Alexandrou (“di Alessandro”) e basileus (“re”). È molto probabile che il giovanissimo sovrano