Gilles de Rais, assassino seriale dell’era feudale
Il processo contro questo nobile, amico di Giovanna d’Arco, rivelò che negli anni decine di bambini erano stati sequestrati e portati nei suoi castelli, dove venivano torturati e uccisi
Gilles Montmorency-Laval, barone di Rais (o Retz), nacque nel settembre del 1404 nel castello di Champtocé, una delle proprietà della sua potente e ricca famiglia, proprietaria di estesi domini nel sud della Bretagna. A undici anni di età vide morire suo padre sventrato dalle zanne di un cinghiale, che lo aveva attaccato mentre era a caccia in un bosco.
L’immagine del genitore moribondo con il ventre squarciato, agonizzante e sanguinante, colpì notevolmente il giovane, e probabilmente gli creò un trauma che lo accompagnò per tutta la sua tormentata vita. Fu quindi affidato alle cure del nonno materno, Juan de Craon, un nobile duro e sadico che trattava i suoi servi con estrema crudeltà. Educato come i rampolli dell’aristocrazia francese, il giovane Gilles si comportava in modo egoista, presuntuoso e capriccioso.
A quattordici anni fu nominato cavaliere ed entrò a servizio del duca Giovanni V di Bretagna: questo lo portò a partecipare ai conflitti armati fra i nobili di alto lignaggio della regione, che consideravano la guerra come qualcosa di intrinseco al loro modo di vivere, una specie di svago dell’aristocrazia. Violento, audace e coraggioso, Gilles non si fermava di fronte a niente. Aveva solo quindici anni quando, praticando la scherma, fece la sua prima vittima, un giovane il cui corpo ferito e sanguinante esercitò su di lui una strana attrazione.
Paladino della Donzella
Nonostante le tendenze omosessuali che presto si risvegliarono in lui, a 17 anni violentò Catherine de Thouars, una giovane ereditiera con cui si sposò lo stesso giorno, ignorando il rifiuto della sua famiglia. Non contento, catturò sua suocera, che non liberò finché lei non gli concesse alcuni castelli. Dovette attendere sette anni per avere un erede, la sua unica figlia, che presto abbandonò con sua moglie. Non si sarebbe mai più preoccupato di loro.
Come cavaliere del duca di Bretagna, Gilles de Rais si distinse per l’energia e la ferocia con cui affrontava i combattimenti: si batteva con tale impeto che i suoi compagni d’armi lo paragonavano ai vichinghi dei tempi passati. Nel 1429, la fama di guerriero feroce precedeva il barone de Rais, e
Gilles de Rais pianse amaramente sulle ceneri di Giovanna d’Arco, che non fece in tempo a salvare