SCHIAVI E LIBERTI
i bevitori nottambuli (seribibi) e i ladruncoli (furunculi) appoggiavano Marco Cerrinio Vatia, che si proponeva per la carica di edile.
Oltre che dai cartelli elettorali, la campagna elettorale a Pompei era costituita da altri elementi che non conosciamo, ma che con ogni probabilità erano simili a quelli usati a Roma. Per la capitale dell’Impero possiamo contare sulla preziosa testimonianza di Quinto Cicerone, che in uno scritto che si potrebbe considerare quasi un «manuale del candidato» consiglia al fratello Marco Tullio, il grande oratore, che cosa fare per vincere le elezioni a console, la carica più elevata dello Stato romano. Una raccomandazione importante è di recarsi ogni giorno al Foro, sempre alla stessa ora se possibile, e con un seguito numeroso che renda evidente la popolarità del candidato. Una volta lì, l’aspirante doveva salutare le persone chiamandole con i loro nomi, che quindi doveva ricordare. Se non aveva buona memoria poteva fare ricorso a uno schiavo chiamato nomenclator, ma ricordarsi dei singoli nomi era molto meglio per attirare il votante. Statuina di schiavo. Non erano solo gli schiavi a essere esclusi dalla vita politica. Anche ai liberti era vietato l’accesso alle cariche pubbliche, tranne alcune di quelle religiose. II secolo. Louvre, Parigi.
Il candidato doveva avere un carattere gradevole, e se non l’aveva per natura doveva simularlo e adattare l’aspetto e il discorso alle persone che incontrava. Essere cordiale e aperto erano qualità fondamentali. Una casa piena di gente che desiderava incontrare il candidato era un segno di prestigio sociale.
D’altro canto, i candidati alla carica di duumviro sapevano che giocavano a loro favore gli atti di generosità pubblica, come spettacoli, costruzioni e donazioni, portati a compimento durante la carica di edile, debitamente riconosciuti mediante iscrizioni commemorative.
Terminata la campagna elettorale arrivava il momento decisivo della votazione. Non sappiamo con certezza in che modo si votasse a Pompei, però possiamo avanzare qualche supposizione basandoci sulla testimonianza delle leggi in vigore altrove nell’Impero, come nel caso della città di Malaga.
Gli elettori erano raggruppati, a Pompei, in cinque circoscrizioni elettorali, corrispondenti ai quattro quartieri cittadini in cui era divisa la città: dei Salinienses – esteso attor-