LO SVEVO E LA CORONA
Papa Onorio III incorona Federico II imperatore a Roma il 22 novembre del 1220 anche con l’intento di vincolarlo maggiormente al suo impegno di organizzare una crociata. come tesoriere; le ragioni della sua elezione non sono chiare, ma pare che i rapporti con Innocenzo III non fossero stati buoni; ci si può chiedere dunque se la scelta cadde volutamente su una figura più modesta. In ogni caso, della nuova situazione approfittò subito Federico: nel 1220 si fece incoronare imperatore, dopo aver indotto la nobiltà tedesca ad attribuire la corona di Germania al figlio Enrico, ma senza abdicare al regno di Sicilia. Era dunque la sola Germania che egli lasciava al figlio, pur mantenendo su di essa, in quanto imperatore, la suprema guida. Al contrario, non intendeva affatto abbandonare la Sicilia, anche perché vi era stato allevato e presumibilmente si sentiva per cultura più italo-normanno che tedesco; ma, soprattutto, conosceva bene le straordinarie possibilità economiche del regno e ne valutava appieno la non meno straordinaria posizione geografica.
Federico avviò subito un programma di rafforzamento delle istituzioni del regno di Sicilia, indicendo due grandi assise a Capua e a Messina (1220-1221), durante le quali ordinò che tutti i diritti regi conculcati dai feudatari in passato fossero immediatamente reintegrati. Introdusse inoltre nel regno il diritto romano, proseguendo in questo l’attività legislativa dei normanni e idealmente completando quella del Barbarossa; fondò inoltre nel 1224 l’università di Napoli per disporre di un ceto di funzionari fedeli istruiti all’interno dei confini; il grande centro universitario per lo studio del diritto, Bologna, era almeno formalmente soggetto al pontefice; favorì infine lo studium medico di Salerno, centro di cultura fondato sulle innovazioni nel campo portate dalla cultura araba.
Meno felice la situazione del regno d’Italia, dove i Comuni, nonostante situazioni conflittuali tra le città e, all’interno di esse, fra i ceti dirigenti, erano sempre pronti ad allearsi contro le pretese dell’impero: essi risposero infatti all’ingiunzione imperiale di riunirsi a Cremona nella Pasqua del 1226 ricostituendo la Lega lombarda. Solo l’intervento di Onorio III impedì per il momento che si giungesse a un nuovo scontro. Il pontefice cercava il più possibile di mantenere la pace all’interno della Cristianità perché il suo scopo principale era l’organizzazione della crociata.
Tra 1217 e 1221 era stata effettuata una spedizione in Oriente: una parte delle truppe era giunta in Terrasanta, ma il grosso si era invece diretto al porto egiziano di Damietta, preso d’assedio nella convinzione di poter così nuocere al sultano al-Malik al-Kamil, della stessa famiglia del Saladino, costringendolo a trattare e a cedere Gerusalemme in cambio della pace e della sicurezza commerciale; era infatti il suo porto principale insieme ad Alessandria.
Tuttavia la strategia e la leadership non erano chiare: il legato di Onorio, il cardinale Pelagio, aveva la pretesa di porsi a capo della spedizione, contrastato però da Giovanni di Brienne, sovrano del regno di Gerusalemme (con sede ad Acri visto che Gerusalemme era stata ripresa dal Saladino nel 1187). Il sultano non aveva ceduto e l’impresa era fallita. In quel frangente Federico, che come imperatore avrebbe dovuto prender parte alla spedizione,