ONORIO III E I RAPPORTI CON LO SVEVO
Divenuto tutore del giovane Federico, papa Onorio III fu anche colui che lo incoronò imperatore e che lo spinse a partire per la crociata. Non vide mai realizzati i suoi piani poiché morì prima della partenza dello Svevo nel 1227. si era in realtà ben guardato dal venire in aiuto dei crociati, a parte qualche gesto formale; non aveva infatti alcun interesse a inimicarsi al-Malik al-Kamil, i cui territori erano così vicini alla Sicilia e con il quale era, per giunta, in ottimi rapporti diplomatici.
Gregorio IX e la crociata
Nel 1227, alla scomparsa di Onorio III, salì al soglio pontificio Ugolino dei conti di Segni con il nome di Gregorio IX. Il nuovo papa aveva fatto carriera legandosi a Innocenzo III e si era speso a lungo in favore della crociata. Dall’inizio del suo pontificato pretese dunque un impegno di Federico in tal senso. Ma non era l’unico motivo di dissidio fra papa e imperatore: lo Svevo non aveva mai adempiuto agli obblighi che si era assunto in merito alla separazione tra impero e regno di Sicilia; inoltre, si intrometteva nelle elezioni episcopali del regno con l’evidente scopo di favorire persone a lui fedeli. Federico aveva più volte promesso a Onorio III che avrebbe organizzato una spedizione; Gregorio lo pungolò in tal senso e una spedizione fu in effetti approntata nell’autunno 1227, ma non poté avere seguito a causa di un’epidemia scoppiata fra le truppe. Accusandolo di voler tergiversare, il papa scomunicò l’imperatore. Poiché la scomunica scioglieva i sudditi da qualunque obbligo di fedeltà nei confronti di un sovrano, e in una situazione politicamente instabile il rischio era sempre possibile, Federico si decise a partire. Era il 1228.
Nel frattempo, però, l’imperatore aveva saputo guadagnarsi in Terrasanta solidi diritti dinastici sposando l’ereditiera della corona di Gerusalemme, Isabella-Iolanda di Brienne: quindi si presentava in Palestina come legittimo pretendente al trono. Coglieva poi l’occasione per rinsaldare i suoi rapporti di amicizia con il sultano. A sua volta al-Kamil era favorevole alla trattativa; si arrivò dunque a un compromesso: Gerusalemme veniva ceduta a Federico, ma priva di mura, e con l’esclusione dell’area della Cupola della Roccia, la moschea di Umar, considerata dall’Islam il luogo più santo di Gerusalemme. A quel punto, nel 1229, Federico poté cingere a Gerusalemme la corona del regno. La propaganda che faceva capo alla curia pontificia e ai comuni prese a diffondere allora l’immagine di un Federico