LA RESISTENZA ALLA CONQUISTA
Incisione di Poma de Ayala che raffigura un sovrano inca. Manco Cápac II fu il primo dei quattro «Inca di Vilcabamba» che si scontrarono con i conquistatori spagnoli.
IL RE DI VILCABAMBA rinunciato alla città in cambio di un’ingente somma di denaro, pari a 200.000 castellanos d’oro, per finanziare la sua grande impresa di conquista del Cile. Questa spedizione, tuttavia, non diede i risultati sperati, e nel 1537 Almagro decise di affrettare il proprio ritorno quando venne a sapere che in Perú era scoppiata una grande ribellione degli indigeni capitanata da Manco Cápac, che attaccò e rase al suolo diverse enclave spagnole e infine pose sotto assedio Cuzco, città difesa da Hernando Pizarro. Almagro entrò a Cuzco, si impossessò della città e fece imprigionare Hernando, dopo di che Manco Cápac tolse l’assedio e si nascose nelle montagne di Vilcabamba.
Quando qualche mese dopo arrivò una risoluzione reale che consegnava definitivamente Cuzco a Francisco Pizarro, questi decise di inviare il fratello Hernando – che nel frattempo era stato liberato da Almagro – con un distaccamento di 800 uomini per prendere il controllo della città. Nella battaglia che ebbe luogo il 3 aprile 1538 a Las Salinas, una pianura nei pressi dell’antica capitale inca, gli almagristi furono definitivamente sconfitti.
Diego de Almagro, che non prese parte al combattimento perché malato, fu catturato e sottoposto a un processo sommario su richiesta del suo acerrimo nemico, Hernando Pizarro. Francisco lasciò fare il fratello, e la sentenza fu inesorabile nonostante avesse garantito al figlio di Almagro, Diego Almagro il Giovane, che la vita del padre sarebbe stata preservata. L’8 luglio, dopo aver fatto testamento a favore del figlio, Diego fu garrotato in prigione. Successivamente fu decapitato e la sua testa rimase esposta per alcuni giorni sulla piazza principale di Cuzco. I frati gli concessero una sepoltura misericordiosa nella chiesa de la Merced.