LA VITA DA RECLUSO A LONGWOOD
Dsull’isola di Sant’Elena, dal 10 dicembre 1815 sino al giorno della sua morte avvenuta il 5 maggio 1821, Napoleone visse a Longwood House, in un piccolo centro a pochi chilometri da Jamestown, la capitale. In origine residenza estiva del governatore locale, la struttura venne però ritenuta inadeguata a ospitare Napoleone e la piccola “corte” che lo aveva seguito e si decise nel 1818 di farlo trasferire nella più ospitale Rosemary Hall, in una zona più lussureggiante dell’isola. Ma alcune dichiarazioni del barone Gorgaud fecero sospettare agli inglesi una possibile evasione dell’ex imperatore, cosicché il progetto fu annullato. Fu stabilito allora di costruire una nuova residenza a Longwood, ma questa fu ultimata solo dopo la morte di Bonaparte. A Longwood l’ex imperatore trascorse i suoi ultimi sei anni di vita, circondato da pochi fidati compagni a cui dettò le proprie memorie in un contesto relativamente ameno, ma che certamente rifletteva la desolazione fisica e spirituale del luogo. E il progetto di quello che sarebbe diventato il Memoriale di Sant’Elena rappresentò l’unica occupazione di un recluso che, al di fuori della propria intima cerchia, non ebbe altrimenti altri contatti né occupazioni. si sarebbe rafforzata nella costruzione della memoria non meno di quanto l’avessero resa forte le tante battaglie vinte, le tante conquiste. La rapidità con la quale, una volta giunti nell’isola, si mette in piedi il sistema della elaborazione della memoria napoleonica ci fa capire quanto quel progetto fosse già chiaro a Napoleone assai prima che l’esilio lo rendesse, per così dire, una scelta obbligata.
È un meccanismo, del resto, che appartiene in pieno a quella capacità organizzativa che era stata a fondamento di ogni impresa napoleonica: dalle vittorie militari alla creazione di una moderna macchina amministrativa per lo Stato francese, dalla costruzione di ponti e strade all’abbellimento delle grandi e piccole città del suo impero.
Il racconto ai fidati compagni
Ogni giorno, a Sant’Elena, a orari regolari, Napoleone detta ai suoi collaboratori le sue memorie. Con Las Cases ci sono il generale Henri Gatien Bertrand, il conte Charles Tristan di Montholon e il barone Gaspard