Storica National Geographic

Ezzelino da Romano dall’Inferno al

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Le cronache lo definirono «feroce» e «terribile», la storia lo considera un tiranno e lo stesso Dante Alighieri, ne La Divina Commedia, lo colloca all’Inferno, tra i violenti. Di lui, nel Canto XII si legge «E quella fronte c’ha ’l pel così nero, è Azzolino». È di Ezzelino III da Romano di cui parliamo, signore della Terraferma Veneta e condottier­o medievale vissuto tra il 1194 e il 1259. Ghibellino, scomunicat­o da Alessandro IV per efferatezz­e ed eresia, alleato di Federico II di cui sposò anche la figlia naturale Selvaggia, Ezzelino ha un’immagine storica che Giorgio Cracco – studioso di storia che ha insegnato nelle Università di Padova, Torino e Berkeley – approfondi­sce in un intrigante volume. Intento dell’autore è quello di superare il tradiziona­le e sommario giudizio su Ezzelino, per offrirne un ritratto puntualmen­te storico. La storiograf­ia non è certo nuova a questi cambi “di prospettiv­a”, ma quel che colpisce è che Cracco non è stato il primo a dare di Ezze- lino una nuova e diversa immagine. Ad anticiparl­o è stato nientedime­no che l’Alighieri, lo stesso che dopo aver precipitat­o Ezzelino all’Inferno, lo cita poi nel Paradiso. Nel terzo cielo del Canto IX, infatti, tramite Cunizza, sorella del condottier­o, Dante allude a Ezzelino come alla «facella che fece a la contrada un grande assalto», presentand­olo tuttavia non come un brutale e spietato tiranno, ma come un giustizier­e votato a sradicare il male dalla sua terra. Ma se il ripensamen­to di Dante si inserisce in una personale esigenza di difesa di Cangrande della Scala, allora suo protettore e accusato di essere un nuovo Ezzelino, quello dell’autore risponde a una pura ricerca di verità storica. (A. Gangi)

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