Storica National Geographic

La chinina: l’antidoto che arrivò dall’America

Intorno al 1630 gli spagnoli scoprirono in perù le proprietà della corteccia dell’albero di china per curare una malattia contagiosa che imperversa­va all’epoca: la malaria.

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Nel corso della storia la malaria è stata una delle malattie più devastanti che il genere umano abbia dovuto affrontare. La patologia è causata da vari tipi di parassiti protozoi che si trasmetton­o all’uomo attraverso la puntura di zanzare anofele. Dato che le zanzare si riproducon­o in ambienti acquatici, i principali focolai della malattia si trovavano nei pressi delle paludi; infatti la malaria – cioè “cattiva aria” – è chiamata anche paludismo, dal latino palus, palude.

Il morbo si manifesta spesso con febbre, brividi, dolori articolari e addominali, perdita dell’appetito e vomito. Nella fase acuta il malato sperimenta momenti di freddo improvviso seguiti da accessi di febbre (le cosiddette terzane, ogni 48 ore, o quartane, ogni 72).

Attualment­e si registrano circa 350 milioni di nuovi casi all’anno, e nel 2015 l’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità ha denunciato la morte di più di 400mila persone, la maggior parte nell’Africa subsaharia­na. Ma nonostante queste sembrino cifre esorbi- tanti, in passato l’impatto della malaria fu decisament­e peggiore, soprattutt­o perché per molto tempo non si trovava alcun rimedio minimament­e efficace contro di essa. Rimedi come le purghe, i salassi e la somministr­azione di diverse erbe, insieme al riposo, ai massaggi, all’idroterapi­a e al controllo della dieta, non apportavan­o quasi alcun beneficio. Infatti, le misure più efficaci erano le zanzariere, già menzionate da Erodoto a proposito dei pescatori del Nilo.

Lo scenario mutò radicalmen­te a metà del XVII secolo, quando i me-

dici europei scoprirono le proprietà curative della china, un albero tipico di alcune zone delle Ande, in Sud America, dalla Bolivia fino al nord della Colombia e al Venezuela. La sua corteccia contiene diversi alcaloidi naturali – tra cui la chinina, la chinidina, la cinconina e la cinconidin­a – che mitigano i sintomi della malaria ed eliminano i parassiti dal sangue, anche se dopo il trattament­o il paziente non è immune da ricadute. La chinina fu la più importante tra le “nuove medicine” che gli spagnoli portarono in Europa dall’Ame- rica nel corso del XVI e del XVII secolo. Ciononosta­nte, se da un lato sappiamo dove e quando ebbe luogo la scoperta, dall’altro persistono ancora dei dubbi sulle circostanz­e che portarono a compiere questo gran passo in avanti nella storia della medicina.

La contessa di Chinchón

A quanto pare la scoperta avvenne grazie ai gesuiti che approdaron­o nella zona dell’attuale Ecuador agli inizi del XVII secolo. Si narra che a Loja, una città fondata nel 1548, un capo indiano fosse riuscito a curare le febbri terzane di un gesuita, fino a far scomparire la malattia. Nel 1630 questo gesuita avrebbe consigliat­o lo stesso rimedio al governator­e di Loja, Juan López de Cañizares, che aveva contratto la malaria ed era guarito solo grazie alla corteccia della pianta di china.

Un anno più tardi avvenne l’episodio a cui si fa risalire la scoperta della china. Così come narrò pochi anni dopo il medico genovese Sebastiano Baldo, la sposa del viceré del Perù, il conte di Chinchón, si ammalò a Lima di febbre terzana, il sintomo inconfondi­bile della malaria, «che in quella zona non solo è frequente, bensì grave e carica di pericoli». La notizia della malattia della contessa di Chinchón si diffuse per il vicereame e arrivò fino a Loja, dove il governator­e decise di scrivere immediatam­ente al viceré spiegandog­li che «possedeva un rimedio segreto che raccomanda­va fortemente e che, se il Viceré lo desiderava, avrebbe guarito la sua sposa curandola da tutte le febbri». Senza perdere tempo, il viceré invitò il governator­e a Lima e

Gli spagnoli scoprirono le proprietà della china osservando gli indigeni

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 ??  ?? LA MALARIA, di Ernest Hébert, olio su tela che raffigura un gruppo di persone su una barca in una palude. 1850. Museo d’Orsay, Parigi.
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LA MALARIA, di Ernest Hébert, olio su tela che raffigura un gruppo di persone su una barca in una palude. 1850. Museo d’Orsay, Parigi. DEA / ALBUM
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ALBERO E CORTECCIA DELLA CHINA. DISEGNO DI F. J. BERTUCH. 1798.

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