SCHEDA TECNICA
Il Titanic era uno dei tre transatlantici della classe Olympic commissionati dalla compagnia navale White Star ai cantieri navali Harland & Wolff di Belfast.
• Lunghezza: 269 m • Larghezza: 28 m
• 46.3 tonnellate
• Velocità di crociera: 22 nodi la tranquillità rarefatta che si era vissuta fino a quel momento in un dramma spaventoso. In meno di mezz’ora più di un migliaio di persone sarebbero morte, tutte perfettamente coscienti del fatto che non potevano fare nulla per evitarlo. Molto probabilmente l’orrore si impadronì di quegli attimi, di cui però non rimangono testimonianze. Per questo motivo appare del tutto incomprensibile il fatto che il regista James Cameron abbia avuto l’imperdonabile audacia (per la quale ha dovuto chiedere scusa e regolare i conti con la famiglia) di mostrare nel suo film sul Titanic il suicidio di uno degli ufficiali dopo aver ucciso un passeggero che cercava di salire su una lancia. La scelta del regista fu frutto di un pettegolezzo senza il minimo fondamento.
Non si è riuscito a stabilire l’origine degli spari che alcuni sopravvissuti dichiararono di aver sentito, forse dei rumori lontani che interpretarono come detonazioni. Ma non è logico pensare che uno degli incaricati di salvare vite umane si stesse dedicando proprio all’opposto, e ancor meno che qualcuno l’abbia visto e sia sopravvissuto per raccontarlo.
Eroi e antieroi
Condannare o additare il comportamento delle persone che erano a bordo è molto rischioso. Va ricordato che tutti questi dati provengono dalle testimonianze di sopravvissuti, ovvero da persone che lasciarono la nave prima che il panico e la morte accerchiassero chi non riuscì a fuggire. Secondo le informazioni disponibili si verificarono atti di eroismo e comportamenti più che riprovevoli. Ci fu chi si rifiutò di salire sulle lance senza la persona amata, chi si vestì da donna per potersi assicurare un posto e chi preferì stare a guardare, magari assaporando un buon brandy, a dimostrazione che la cavalleria non è caratteristica comune a tutti i gentleman. Centinaia di storie su quelle due ore e mezzo di angoscia dimostrano l’imperscrutabilità e l’imprevedibilità della condizione
umana. Dei tre principali responsa-