WALTER BRyAN EMERy
bile che Imhotep sia sopravvissuto a Djoser e abbia concluso i suoi giorni sotto il regno del faraone Sekhemkhet. Infatti, il nome del saggio architetto è stato ritrovato su un muro del complesso funerario di questo sovrano.
Dopo la sua morte Imhotep fu probabilmente sepolto a Saqqara, la necropoli che ospitava la sua opera più grande, anche se gli sforzi degli archeologi moderni per localizzare la sua tomba sono risultati infruttuosi.
La creazione del mito
Le dimensioni che alla fine raggiunse la piramide a gradoni e la straordinaria mobilitazione di risorse umane che comportò la sua edificazione dovettero impressionare profondamente gli egizi. Questo fatto contribuì a far sì che la memoria di Imhotep non andasse perduta, permettendogli di diventare, durante il Medio Regno (20401786 a.C.), un personag- Questo egittologo britannico dedicò anni a cercare, senza successo, la tomba di Imhotep nella necropoli di Saqqara. Fotografia scattata nel 1968. gio mitico: un grande saggio del passato, una specie di semidio cui si attribuivano conoscenze da scriba, medico, mago e astronomo. Così è riportato in alcuni testi conservati. Per esempio, nel primo dei cinque racconti del Papiro Westcar (insieme di testi magici che deve il suo nome all’avventuriero britannico che lo scoprì agli inizi dell’ottocento), Imhotep appare come l’autore di un miracolo, anche se non sappiamo di quale si trattasse perché il testo è incompleto.
L’architetto figura anche nel Canto dell’arpista, una composizione poetica incisa sulla parete della tomba del re Antef VII, che risale molto probabilmente al Primo Periodo Intermedio. Nel testo si legge: «Ho sentito le parole di Imhotep e Herjedef citate nei proverbi e sono sopravvissute a tutto».
Probabilmente, data la sua fama di erudito, Imhotep fu messo in relazione con Thot, dio della scrittura e della sapienza, e con Ptah, dio dell’artigianato.
Così, nel Nuovo Regno troviamo prove dell’esistenza di un culto dedicato a Imhotep come divinità. In questo periodo si produsse