Il paese tra due fIumI
effettuò un’attenta ispezione della collina: «La conoscenza della natura e del modo di costruire gli antichi edifici dell’Assiria sono fondamentali per esaminare le colline. Quando gli assiri volevano costruire un palazzo o un tempio costruivano un palco o una base di terra e di mattoni cotti al sole, a una distanza compresa fra i nove e i dodici metri dal livello del suolo. Su questa base costruivano il monumento […] Di conseguenza, la prima cosa da fare al momento di scavare alla ricerca di resti è arrivare alla piattaforma di mattoni di adobe. Una volta trovata la base, bisogna iniziare a scavare fossati allo stesso livello [...] Poi si deve continuare a scavare in direzioni opposte, sempre partendo dalla piattaforma».
Layard continua a raccontare con dovizia di particolari i procedimenti archeologici utilizzati sia a Kuyunyik (Ninive), sia a Nimrud: «I lavoratori erano divisi in differenti gruppi […] Tutti gli operai erano vigilati da un sovrintendente che doveva mantenerli La mappa qui sotto mostra la posizione di Ninive, vicino all’attuale città irachena di Mosul, nell’antica regione della Mesopotamia, bagnata dal Tigri e dall’Eufrate. in ordine e informarmi qualora si avvicinassero a qualsiasi resto antico in modo che io potessi essere presente durante la pulizia e lo spostamento […] La piccola somma di denaro che avevo a disposizione mi obbligò a seguire un piano che consisteva nello scavare trincee lungo le pareti delle stanze per recuperare i bassorilievi e le sculture, lasciando purtroppo il centro della stanza pieno di macerie. Di conseguenza potemmo esaminare interamente solo poche sale e molti piccoli oggetti di grande interesse rimasero sepolti. Dopo aver copiato le iscrizioni e spostato le sculture, le trincee venivano nuovamente riempite con terra e con i resti degli scavi successivi».
Fu così che Layard scavò a Ninive trincee fra i sei e i nove metri di profondità. Quando era necessario arrivare più in fondo, scavava tunnel provvisti di pozzi per permettere il passaggio di luce e aria. In questo modo, e con enorme stupore dei locali, portò alla luce l’equivalente di 3,2 chilometri