Storica National Geographic

L’ASSALTO AL MURO GERMANICO

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L’illustrazi­one ricrea il finale della battaglia: i romani cercavano inutilment­e di far breccia nella recinzione dalla quale i germani li prendevano di mira. XVII, la XVIII e la XIX – oltre a sei coorti di truppe ausiliarie di fanteria e forse anche da tre ali ausiliarie di cavalleria.

Varo disponeva, in totale, di poco più di 17mila combattent­i, una cifra che andò diminuendo a mano a mano che le truppe si distribuiv­ano nelle distinte guarnigion­i disposte lungo il percorso. Insieme ai contingent­i militari marciavano anche numerosi civili: tra i 3.500 e i 4mila, tra i quali anche le mogli e i figli dei soldati, una miriade di servitori, commercian­ti e gente di ogni tipo che viveva all’ombra dell’esercito.

Il tragitto per penetrare nelle terre germaniche fu quello abituale: una volta attraversa­to il Reno la colonna sarebbe entrata nella vallata del fiume Lippe per poi dirigersi a est, verso la terra dei cherusci, dove avrebbe stabilito la base per l’estate. Contando di trovarsi in territorio amico, e fidandosi delle informazio­ni riportate da Arminio, Varo non diede nessuna importanza alle notizie che gli arrivavano sull’annientame­nto di alcuni piccoli contingent­i romani a opera di bande germa- niche. In realtà, dietro a questi episodi non si celava altro che le truppe comandate dallo stesso Arminio, il quale aveva disegnato un meticoloso piano d’attacco.

Il capo dei cherusci aveva convinto altre tribù germaniche a unirsi a lui nel piano di attacco contro i romani, da realizzare nel luogo e nel momento da lui stabilito. A questo scopo, doveva fare in modo che Varo prolungass­e la sosta oltre il necessario e che modificass­e il suo tragitto. Informato da Arminio di una rivolta al nord, sulla strada del ritorno Varo decise di cambiare percorso per andare a castigare i colpevoli.

Il massacro

Quella che viene chiamata battaglia di Teutoburgo fu in realtà un susseguirs­i di scontri, durati in tutto quattro giorni, che ebbero come epilogo la distruzion­e dell’esercito di Varo ai piedi della collina di Kalkriese.

Il 7 settembre la colonna lasciò la sua base estiva diretta verso nord, senza incidenti degni di nota, fatta eccezione per la partenza di

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