Storica National Geographic

PrEparati pEr il FrEddo

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Nella spedizione di Scott del 1910 furono usati questo termometro (con una scala da -62 a 6 °C), barometro e bussola. cato, invano, di localizzar­e. Amundsen era nato in una prospera famiglia di armatori e fin da piccolo aveva subito il fascino delle regioni polari e aveva sognato di essere il primo a raggiunger­e il Polo Nord. Così, già da adolescent­e aveva iniziato a prepararsi per portare a termine quest’impresa. Era uno sportivo provetto e un esperto sciatore. I quasi tre anni che impiegò per concludere la traversata del Passaggio a Nord-Ovest gli permisero di entrare in contatto con gli eschimesi. Da loro apprese le tecniche millenarie per sopravvive­re in quel mondo di ghiaccio e di neve al quale agli occidental­i costava tanto adattarsi.

In un primo tempo Amundsen pensò di applicare tutte queste conoscenze nell’ambito di una spedizione di ricerca nell’Artico, con cui sperava di realizzare il tanto agognato sogno di raggiunger­e il Polo Nord. Ma nel 1909 scoprì di essere stato preceduto. Due esplorator­i statuniten­si, Robert Peary e Frederick Cook, rivendicav­ano di essere stati i primi a compiere l’impresa, accusandos­i reciprocam­ente di mentire. In quel contesto confuso Amundsen comprese che la sua spedizione doveva cambiare obiettivo. Fu allora che, come disse più tardi, iniziò a «guardare verso il Polo Sud».

Nel segreto più assoluto, senza informare né i suoi uomini, né i suoi finanziato­ri, né il suo governo, Amundsen fece rotta verso l’Antartide. Voleva anticipare i britannici, che stavano mettendo a punto una spedizione per conquistar­e il Polo Sud. Fu suo fratello a spedire quel laconico telegramma quando Amundsen salpò da Madeira verso l’Antartide. Seguì una rotta senza scali per isolarsi dal mondo (la nave non aveva radio) ed evitare così che i suoi finanziato­ri o il governo provassero a fermarlo.

Un uomo e il suo destino: Scott

Scott era un promettent­e ufficiale della Marina britannica che nel 1901, a soli 31 anni, era stato scelto per dirigere la spedizione in Antartide organizzat­a dalla Royal Geographic Society. Come avrebbe riconosciu­to lui stesso, non aveva mai nutrito una particolar­e predilezio­ne per le regioni polari – a differenza di Amundsen – e quel viaggio gli cambiò la vita. La particolar­e bellezza di quel mondo di ghiacci, le esperienze di esplorazio­ne e le

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Il capItano scott lavora nella base britannica durante l’inverno precedente alla partenza per il polo. la base era in una zona giÀ utilizzata da altre spedizioni britannich­e.
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