GLI UMANI DI BLOMBOS
la grotta sudafricana di Blombos costituisce una delle principali fonti d’informazione sull’origine e lo sviluppo della modernità nel comportamento dell’Homo sapiens. Tra i 100mila e i 70mila anni fa fu visitata sporadicamente da gruppi umani che utilizzavano la grande varietà di risorse costiere (molluschi, pesci, tartarughe o foche) e di erbivori terrestri (come l’antilope africana eland). Tra i resti archeologici qui rivenuti vi sono magnifiche punte scheggiate a pressione (una tecnica che ritroveremo molto più tardi, nel Paleolitico superiore europeo) e artefatti appuntiti in
osso, che probabilmente venivano usati come proiettili. Blombos è famosa per il ritrovamento di conchiglie marine perforate e, soprattutto, di svariati frammenti di ocra, presumibilmente utilizzati come pigmenti e che, in alcuni casi, presentano variopinte incisioni geometriche. Questi elementi testimoniano che all’epoca esistevano già la rappresentazione astratta e l’ornamentazione personale, elementi caratteristici del pensiero simbolico complesso.