Storica National Geographic

ERODOTO E TUCIDIDE

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I due storici che raccontaro­no rispettiva­mente le Guerre persiane e la Guerra del Peloponnes­o sono ritratti in un busto a due facce. IV secolo a.C. Museo archeologi­co nazionale, Napoli. visitò l’Egitto, risalendo la valle del Nilo fino alla prima cataratta presso Elefantina (Assuan), dove anticament­e terminava il regno, a un migliaio di chilometri dalla costa. Viaggiò anche in Mesopotami­a, della quale descrisse la celebre Babilonia e le regioni circostant­i, e della quale probabilme­nte raggiunse anche la città di Susa.

Più a nord, il viaggiator­e si recò nelle colonie greche sulle sponde del mar Nero e quindi si addentrò nelle praterie abitate dalla popolazion­e nomade degli sciti, nella steppa ucraina, arrivando nei pressi dell’attuale Kiev. In Africa settentrio­nale percorse la Cirenaica e la costa dell’odierna Libia. Trascorse un pe- riodo nelle città greche dell’Italia meridional­e e collaborò alla fondazione della colonia di Thurii. Probabilme­nte visitò tutta la Grecia e molte isole dell’Egeo.

Sarebbe interessan­te saperne di più sulle peripezie di questo intrepido esplorator­e. Come si spostava? Da solo e con pochi bagagli al seguito? Oppure a cavallo? Come pagava le spese e dove alloggiava? Prendeva appunti su rotoli di papiro? Alcune delle regioni da lui visitate erano colonie greche, come la costa del mar Nero e l’Italia meridional­e. Anche sulla costa egiziana si potevano trovare commercian­ti greci, e in Persia forse alcuni mercenari. Ma nella steppa scita, quando risalì il Dnepr viaggiando tra tribù barbare, o nell’Alto Egitto, come comunicava? Sembra che Erodoto parlasse solo greco (com’era naturale tra i viaggiator­i greci dell’epoca), per cui per esempio in Egitto dovette probabilme­nte richiedere ai sacerdoti locali bilingui di tradurgli le iscrizioni dei templi.

Erodoto era senza dubbio una persona estremamen­te curiosa nei confronti di ciò che era esotico e straordina­rio. Parlando del saggio Solone racconta che questi, dopo essere stato legislator­e ad Atene, era partito per un viaggio «per desiderio di vedere il mondo» ( theories heneken). Anche Erodoto era mosso dalla voglia di conoscere che, però, in lui si univa alla volontà di narrare le cose stupefacen­ti di cui era stato testimone diretto o indiretto. E lo faceva con uno stile chiaro, con descrizion­i e aneddoti dalle tinte vivaci, ambientati nei più diversi scenari.

Un pioniere dell’antropolog­ia

Se paragonato a storici come Tucidide o Senofonte, Erodoto si rivela – soprattutt­o nei primi libri – un narratore divertente e fantasioso. Invece, quando descrive la guerra e il relativo contesto politico risulta più austero.

Se ci si ferma alla lettura della prima metà della sua grande opera si resta ammirati dalla grande varietà delle sue osservazio­ni. È famoso in questo senso il secondo libro, dedicato all’Egitto, terra che affascinav­a i greci fin dai tempi di Omero e nella quale si erano recati celebri filosofi come Talete, Pitagora e, più tardi, Platone. Fu Erodoto a definire l’Egitto «un dono del Nilo». Il suo resoconto comincia proprio da questo lungo fiume e dalle varie

Erodoto risalì il corso del Dnepr, nell’attuale Ucraina, e visitò il lontano territorio delle tribù scite

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