IL PALAZZO D’INVERNO
Ma Lenin, consapevole che l’esercito russo si stava rapidamente sgretolando, non ebbe altra scelta che cercare un modo di porre termine al conflitto. Venne concordato un armistizio, e a negoziare con i tedeschi fu inviato Leon Trotskij. Questi cercò di prendere tempo, sperando che nel frattempo la rivoluzione contagiasse il resto d’Europa.
Tuttavia, all’inizio di febbraio la Germania siglò un trattato con gli ucraini, che accettavano il dominio tedesco in cambio dell’indipendenza dalla Russia. A quel punto l’esercito teutonico attaccò Pietrogrado e costrinse Lenin a trasferire la capitale a Mosca.
Il 3 marzo 1918 i bolscevichi si rassegnarono a firmare il trattato di Brest-Litovsk, i cui termini erano rovinosi per la Russia: Polonia, Finlandia, Estonia e Lituania ottenevano infatti l’indipendenza nominale sotto il controllo della Germania.
La nuova Repubblica sovietica perdeva il 34% della popolazione, il 32% delle terre agricole, il 54% delle strutture industriali e l’89% delle miniere di carbone.
Ciononostante, quei sacrifici rafforzavano la posizione di Lenin come il vincitore della rivoluzione del 1917. Lasciatosi alle spalle la guerra con una potenza straniera, Lenin poteva concentrarsi sul consolidamento del potere all’interno del Paese di fronte all’imminente guerra civile. Nel quadro di Mikhail Sokolov marinai, operai e soldati arrestano il governo provvisorio dopo l’assalto al palazzo d’Inverno. Museo di storia contemporanea russa, Mosca.