Storica National Geographic

GIULIA DOMNA

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Settimio Severo sposò la siriana Giulia Domna nel 187. Nativa di Emesa, Giulia era figlia di un sacerdote del dio Sole. Da Severo ebbe due figli: Caracalla e Geta. Quando Severo assunse il potere, Giulia e i suoi familiari si trasferiro­no a Roma con lui. Secondo Cassio Dione, Giulia e sua sorella facevano parte di un eminente circolo di

“matematici e filosofi”. L’imperatric­e scrisse un’opera su Apollonio di Tiana e costituisc­e un caso unico nella storia di imperatric­e filosofa. Giulia ebbe una grande influenza sul governo, e grazie a lei fu restaurato il tempio di Vesta a Roma e un edificio del foro di Traiano dove si riunivano le donne della nobiltà. Dopo una parentesi in cui fu Plauziano a godere dei favori del sovrano al suo posto, Giulia recuperò la sua influenza nel 205. Durante gli ultimi

anni di vita di Severo, Giulia ottenne il titolo di Augusta e, fatto abbastanza insolito, fu acclamata dai soldati Mater Castrorum (“madre degli accampamen­ti”). Fu inserita nell’arco degli Argentari a Roma con il titolo di «Madre del nostro Augusto [Caracalla], dell’esercito, del senato e della patria». Giulia assistette all’assassinio del figlio Geta per mano del fratello Caracalla e alla morte di quest’ultimo nel 217, in seguito alla quale si tolse la vita. Cassio Dione fu testimone della procession­e che si svolse a Roma dopo che il senato lo ebbe confermato imperatore: «La città era stata ricoperta di ghirlande di fiori e alloro, adornata con materiali dai colori vivaci, illuminata di torce e profumata d’incenso. I cittadini, vestiti di bianco e con i volti radiosi, gridavano i propri auguri all’imperatore. Anche i soldati partecipav­ano a quella procession­e festosa con le armature splendenti; infine c’eravamo noi, i senatori, che procedevam­o con gran solennità». Pochi giorni dopo Severo organizzò un altro spettacolo per il funerale di Pertinace: a simboleggi­are la divinizzaz­ione dell’anima dell’imperatore ucciso, venne liberata un’aquila da una gabbia posta dietro la pira funebre.

Una cruenta guerra civile

Nel frattempo Pescennio Nigro era riuscito a ottenere l’appoggio di tutto l’Oriente, oltre a quello dei re vassalli di Roma nella zona: poteva così contare su più di sei legioni. Ma, per quanto di notevoli dimensioni, il suo esercito non era comparabil­e con le sedici le-

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UNA POTENTE IMPERATRIC­E

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