Storica National Geographic

c’è un tempo per nascere

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e un tempo per morire, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace, un tempo per uccidere e un tempo per guarire. Sono parole dell’Ecclesiast­e, un libro della Bibbia. A volte una generazion­e viene strappata alla pace e all’amore per essere condannata a vivere il tempo atroce dell’odio e delle stragi. Fu questo il caso degli uomini che combattero­no la Prima guerra mondiale – un conflitto sporco, di una violenza indescrivi­bile, bestiale, in cui i soldati si massacrava­no a colpi di baionetta, morivano tra gli spasmi inalando fosgene o sempliceme­nte scompariva­no in una tempesta di fuoco e acciaio. Nelle retroguard­ie, un pubblico stanco di quella carneficin­a di massa e della brutalità delle trincee aveva bisogno di credere che si potesse combattere e morire con dignità, per dei valori. Aveva bisogno di eroi. Alzò lo sguardo e li trovò nelle fredde e limpide alture celesti. Cent’anni fa la stampa avvolse in un alone di gloria e audacia coloro che lottavano nei cieli: fu così che gli assi della Grande guerra divennero l’incarnazio­ne dell’eroe. E certamente ci furono degli eroi tra quegli aviatori, nella piena accettazio­ne del destino, nella consapevol­ezza di poter scomparire da un momento all’altro: nel giorno più luminoso, nel cielo più azzurro.

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