La fossa dei vichinghi che invasero l’Inghilterra
Il sito di sepoltura scavato quasi quarant’anni fa potrebbe contenere i resti dell’armata nordica che annientò l’isola nel IX secolo
Alla fine dell’865 d.C. una grande armata vichinga penetrò in Gran Bretagna e per più di dieci anni si mosse in piena libertà, seminando terrore e devastazione sull’isola. Una fossa comune ritrovata nei pressi della chiesa di Saint Wystan, a Repton, sarebbe la testimonianza di quella sanguinaria invasione. Una ricerca dell’Università di Bristol sostiene che quei resti potrebbero appartenere ai membri dell’armata danese.
La fossa venne scoperta negli anni ottanta del novecento: vi furono rinvenuti i resti di trecento persone, oltre ad armi e manufatti vichinghi. Sin da subito si pensò che si potesse trattare della sepoltura di guerrieri nordici, ma all’inizio prevalse l’ipotesi che i resti fossero stati riposti in quel luogo nel corso dei secoli.
Il carbonio 14
Attualmente le ultime analisi effettuate sul carbonio 14 rivelano che tutti i cadaveri sono databili alla fine del IX secolo. La ricerca, pubblicata sulla rivista Antiquity, indica inoltre che molte ossa appartengono a uomini giovani e mostrano segni di violenza.
Gli archeologi di Bristol ritengono che la fossa comune fosse il luogo in cui si svolgevano i rituali di passaggio all’aldilà dei vichinghi caduti in combattimento. Gli esperti sostengono che la sepoltura fu realizzata su un antico tempio anglosassone distrutto dagli invasori.