Nel mare dell’intimità
Una mostra a Trieste riflette sul presente dell’archeologia subacquea in Italia
Storie di uomini e donne che hanno guardato l’Adriatico dalla riva o dal ponte di una nave, che lo hanno invocato per placarne le furie o che si sono avventurati alla ricerca di fortuna su navi spinte sulle onde dalle vele. Tutto ciò narra la mostra Nel mare dell’intimità. L’archeologia subacquea racconta l’Adriatico. L’esposizione, allestita all’ex-Pescheria-Salone degli Incanti di Trieste, vuole riflettere sul futuro del patrimonio sommerso e sull’archeologia subacquea oggi in Italia, con l’obiettivo che non si perda.
I protagonisti
Le oltre sessanta istituzioni culturali e la cinquantina di studiosi coinvolti nella mostra, che è anche un progetto di ricerca a cura dell’ERPAC (l’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia), giungono non solo dall’Italia ma anche dalla Croazia (da cui proviene più di un terzo degli oggetti), dalla Slovenia e dal Montenegro. L’evento, che ha aperto le porte al pubblico lo scorso dicembre, offre visite guidate e laboratori didattici gratuiti che permettono di approfondire i macro temi intorno ai quali ruota l’esposizione: lo spazio Adriatico, i porti e gli approdi, le navi, le merci, le persone, le attività, le guerre, i luoghi sacri, le migrazioni e la ricerca sotto il mare.