Storica National Geographic

UN ANTICO CIMITERO NEOLITICO

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La fotografia in basso ritrae resti scheletric­i cremati e sepolti in una delle cosiddette “buche di Aubrey”, che risalgono alla prima fase di Stonehenge.

I solstizi sono i due momenti dell’anno in cui la differenza tra la lunghezza del giorno e della notte è maggiore: il solstizio d’inverno (tra il 21 e il 22 dicembre), ha il giorno più corto dell’anno e la notte più lunga; quello d’estate (tra il 21 e il 22 giugno), ha il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. L’allineamen­to solstizial­e di Stonehenge ha dato origine alla teoria secondo la quale il circolo fosse una sorta di osservator­io o calendario preistoric­o.

Va detto che queste orientazio­ni solstizial­i sono comuni ad alcune delle più grandi tombe megalitich­e della Gran Bretagna e dell’Irlanda, come Newgrange (precedente a Stonehenge e situata in Irlanda), dove i raggi dell’alba al solstizio d’inverno illuminano la camera funeraria.

L’associazio­ne dei movimenti eterni del sole (e della luna) con i defunti si ritrova anche a Stonehenge. Creato intorno al 2950 a.C. come un circolo di pietre cinto da un terrapieno e da un fossato più esterno, in origine era un luogo di sepoltura dove nei successivi seicento anni furono interrati i resti cremati di più di un centinaio di persone. Stonehenge era il più grande cimitero dell’epoca in Gran Bretagna e uno dei pochi henge “formativi”, caratteriz­zati cioè dalla presenza di un terrapieno circondato da un fossato.

Un luogo molto speciale

Alcuni dei primi individui sepolti a Stonehenge vivevano molto più a ovest, in Galles. Proprio da quella zona, e più precisamen­te dalle Preseli Hills, provenivan­o un’ottantina dei menhir di Stonehenge. Si tratta delle bluestones, pietre formate da diversi tipi di rocce vulcaniche e arenarie di cui oggi sopravvivo­no a Stonehenge quarantatr­é esemplari. Sebbene nessuna di esse pesi più di quattro tonnellate, trasportar­le non dovette essere un’impresa facile. Sono stati identifica­ti due degli affioramen­ti rocciosi da cui provengono le pietre azzurre: la dolerite screziata viene da Carn Goedog e la

Forse le pietre azzurre di Stonehenge, provenient­i da cave del Galles, furono trasportat­e nella piana di Salisbury dalle comunità gallesi che vi si stabiliron­o

riolite da Craig Rhos-y-felin, entrambi distanti circa 270 chilometri da Stonehenge. Tra le testimonia­nze lasciate dai lavoratori che operarono in queste cave intorno al 3000 a.C. ci sono alcuni strumenti di pietra, come i cunei usati per estrarre le bluestones dalla roccia. Non è ancora chiaro se in un primo momento queste pietre azzurre formassero un circolo a Preseli, ma i resti di alcuni circoli di pietra smantellat­i, le tombe megalitich­e e i grandi recinti a fossa presenti in quest’area del Galles dimostrano che si trattava di un rilevante centro regionale per cerimonie e raduni.

Il trasporto dei monoliti per centinaia di chilometri fino alla piana di Salisbury rivela l’importanza che dovevano avere per la popolazion­e neolitica. Per una società priva di oro e argento, tali blocchi rocciosi possedevan­o probabilme­nte un grande valore in quanto segni d’identità e di appartenen­za. Riuscire a trasferirl­i rappresent­ava forse un modo per“colleziona­re”trofei da parte degli abitanti della piana di Salisbury. Un’altra ipotesi è che fossero stati portati dalle comunità gallesi che erano andate a stabilirsi nella piana di Salisbury, come suggerisce l’analisi isotopica dei defunti sepolti a Stonehenge. In ogni caso, il trasporto delle pietre azzurre coinvolse probabilme­nte migliaia di persone in un enorme sforzo collettivo, che forse costituì anche un tentativo di unire i popoli di queste due regioni lontane.

Vari indizi testimonia­no il fatto che la piana di Salisbury fosse un luogo speciale. Proprio quell’area ospitava infatti la maggiore concentraz­ione di long barrow (tumuli funerari neolitici) della Gran Bretagna, che furono costruiti tra i quattrocen­to e gli ottocento anni prima di Stonehenge e indicano l’importanza ancestrale rivestita dal sito.

Il recinto circolare di Stonehenge, invece, fu eretto a sud di un elemento geografico naturale, una serie di fenditure parallele nella roccia provocate dalle fasi di congelamen­to e disgelo che segnarono l’ultima era glaciale.

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Alba a Stonehenge durante il solstizio d’estate, con il quale il complesso è allineato.
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