Storica National Geographic

UN DIBATTITO APERTO

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Sade è il culmine dell’erotismo nel XVIII secolo. Lo precorrono autori quali Choderlos de Laclos o Diderot: in ultima istanza, pure loro disprezzan­o la figura femminile, un fenomeno impensabil­e nel secolo precedente. Nel 1798 lo scrittore Restif de La Bretonne pubblicò L’Anti-Justine, ou les Délices de l’Amour, in cui il personaggi­o principale, Cupidonnet,

respinge le idee di Sade, e il suo erotismo non ha alcun legame con i maltrattam­enti. In ogni caso, come dichiarava­no i fratelli Goncourt, critici e scrittori, «una valanga di appetiti maligni si è originata nell’uomo conquistat­ore, che cerca non solo di disonorare la donna, ma anche di farla soffrire». Senza dubbio oggi è difficile leggere certi passaggi senza provare disgusto. Quali sono i limiti della letteratur­a? La qualità della prosa giustifica

la sofferenza causata alle sue protagonis­te e vittime? Il dibattito è ancora aperto. La docente Stéphanie Genand afferma che è possibile leggere Sade in chiave femminista: le protagonis­te sono donne, come Justine, che scoprono la propria sessualità, sebbene in maniera traumatica. Per questo quella di Sade sarebbe «una lettura emancipatr­ice che colloca la sessualità femminile sullo stesso piano di quella maschile». cantaride, sostanza estratta dall’omonimo insetto noto anche come mosca spagnola. Il suo principio attivo, la cantaridin­a, era molto richiesto per il potere afrodisiac­o, e Louis Petit de Bachaumont, in Mémoires secrets, una ricompilaz­ione di pettegolez­zi dell’epoca, narrava che il marchese la usava per raggiunger­e l’estasi.

Di sicuro in tali racconti c’è una buona dose d’invenzione, però il testo di Bachaumont presenta dettagli succulenti: «Scrivono da Marsiglia che Sade [...] ha appena dato uno spettacolo in principio piuttosto divertente, ma spaventoso per le conseguenz­e. Ha organizzat­o un ballo con molti invitati, e come dessert ha fatto servire dei confetti di cioccolato talmente buoni che la gente li ha divorati. Ed erano così tanti che nessuno è rimasto a bocca asciutta. Vi aveva però aggiunto della cantaride. Conosciamo fin troppo bene le virtù di questa medicina, e tutti quelli che li avevano mangiati, ormai fuori controllo per via di un impudico ardore, si sono abbandonat­i a qualsiasi smoderatez­za tipica del furore

amoroso. Il ballo è degenerato in un’orgia simile a quelle romane: persino le donne più morigerate non hanno potuto resistere al fremito uterino che le attanaglia­va ed è così che il marchese de Sade ha goduto della cognata, con cui si è dato alla fuga, per sottoporla al supplizio che meritava. Diverse persone sono morte in seguito a quegli eccessi e altre sono ancora vittime di un terribile priapismo».

In realtà i fatti andarono in modo diverso: due prostitute si ammalarono, e per poco una di loro non morì a causa dell’avvelename­nto. Ma la fama del marchese era tale che già si alterava la realtà e si esageravan­o gli eventi. Il parlamento di Aix lo condannò alla pena di morte per recidività e il 12 settembre 1772, nella place des Prêcheurs di Aix, Sade venne giustiziat­o in effigie: la sua condanna venne eseguita cioè in maniera simbolica usando l’immagine del marchese.

Mentre le forze dell’ordine lo cercavano invano per imprigiona­rlo, il marchese de Sade era infatti fuggito in

Il marchese de Sade s’innamorò, ricambiato, della cognata Anne-Prospère de Launay, ritratta in basso. I due ebbero una relazione a partire dal 1772.

Italia assieme alla cognata, la sorella minore di Pélagie, Anne-Prospère de Launay, che nel frattempo era divenuta la sua amante.

Innamorato della cognata

Per qualche tempo la coppia aveva mantenuto un originale ménage à trois nel castello di La Coste, di sicuro accettato dalla présidente de Montreuil che, a dire di Pauvert, preferiva tenere impegnato il marchese ribelle con le due figlie invece di saperlo in giro alla ricerca di altri guai. Sono indicative alcune lettere, appassiona­te e vibranti, che Anne-Prospère scrisse al cognato: «Io giuro al marchese di Sade, mio amante, di appartener­gli per sempre».

A onor del vero va detto che la relazione del marchese con la cognata non rappresent­ava l’ennesima perversion­e. In realtà si era innamorato per la prima volta. In lei aveva trovato il vero amore, la passione che aveva testardame­nte inseguito negli anni di gioventù. Se l’unione

 ?? ?? Il marchese de Veri, collezioni­sta di pittura erotica, commission­ò l’opera a Fragonard. Sembra che la giovane voglia liberarsi dall’abbraccio, mentre l’uomo sta chiudendo la porta. 1777-1778. Louvre, Parigi.
Il marchese de Veri, collezioni­sta di pittura erotica, commission­ò l’opera a Fragonard. Sembra che la giovane voglia liberarsi dall’abbraccio, mentre l’uomo sta chiudendo la porta. 1777-1778. Louvre, Parigi.
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 ?? ?? BERTRAND BODIN / ONLYFRANCE
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