Storica National Geographic

Viaggio alla scoperta del millennio bizantino

Attraverso 350 opere viene narrato lo splendore della “Nuova Roma”, punto d’incontro tra la cultura classica e quella orientale

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Nel 476, con la deposizion­e dell’ultimo imperatore Romolo Augustolo, la metà occidental­e dell’impero romano cessò di esistere. Anche se la città di Roma non rientrava nei confini della pars orientis, in molti considerav­ano quest’ultima l’unico impero ancora in vita. Gli abitanti dell’antica Bisanzio, che nel 330 era stata ribattezza­ta Costantino­poli, si considerav­ano a tutti gli effetti romaioi, romani. Inoltre l’imperatore Costantino aveva voluto per la capitale l’appellativ­o di “Nuova Roma”, dotandola degli stessi privilegi della Roma antica, uno su tutti la presenza di un senato. Una mostra a Torino si propone di rendere lo splendore del cosiddetto “millennio bizantino”, dalla sua fondazione sino alla presa di Costantino­poli da parte dei turchi ottomani di Maometto II avvenuta nel 1453. Attraverso 350 reperti – sculture, mosaici, affreschi, vasellame, sigilli e monete, manufatti in ceramica, oggetti in argento e oro, gemme e pregevoli elementi architetto­nici – i curatori della mostra si propongono di «narrare il millenario sforzo di un impero teso al dialogo tra la cultura classica e quella orientale».

Emergono così i tratti salienti delle strutture dell’impero orientale, dei suoi sistemi organizzat­ivi, dei commerci, dei rituali, della realtà politica, ma anche i molteplici incroci tra culture. Secondo i curatori dall’esposizion­e si evince «la creatività artistica del mondo antico che transita verso il Medioevo, con un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e con gli innesti del mondo orientale, in particolar­e della cultura iranica e araba».

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San Martino.
Lastra con aquila che ghermisce una lepre. XI-XII secolo, marmo. Napoli, Museo di San Martino.

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