Il grande macedone tra Europa e Asia
Decine di opere tra cui mosaici e stele ricostruiscono le gesta di Alessandro Magno e le reciproche influenze fra continenti
Il Mosaico di Alessandro è considerato uno dei ritratti più preziosi di Alessandro Magno. L’eroe, in sella a Bucefalo, si scaglia contro il carro del persiano Dario. L’opera (attualmente in fase di restauro ma ammirabile in una sua riproduzione) è conservata nel Museo archeologico di Napoli, l’unico luogo dove sono custoditi tre ritratti del macedone. Oltre ai reperti della collezione permanente nella città partenopea sono giunte circa 170 opere da tutto il mondo per illustrare la figura di Alessandro (356-323 a.C.). In poco più di dieci anni questi divenne re dell’Asia e dell’Europa «e da uomo e da filosofo, allievo del sommo Aristotele, amò l’uno e l’altro continente, promuovendo, dopo la conquista, la pace e l’unione dei popoli a lui soggetti». Lo affermano i curatori di una mostra che illustra le imprese del macedone attraverso sue raffigurazioni su busti, gemme, sculture alcune delle quali provenienti dal Louvre. A testimonianza dell’eterno conflitto cantato da Omero e narrato da Erodoto tra Grecia e Persia, Europa e Asia, sta il Vaso dei persiani (seconda metà del IV secolo a.C.). I viaggi di scoperta e di annessione di Alessandro sono ricostruiti attraverso il gruppo di statue equestri proveniente dal santuario di Giunone Sospita a Lanuvio e conservato in parte al British Museum, ma anche con la stele egizia proveniente dal tempio d’Iside a Pompei. Le tracce di reciproche influenze tra Europa e Asia, certamente frutto del lungo viaggio di Alessandro verso Oriente (334-323 a.C.) si ritrovano infine nelle classiche figure di Eracle con la clava, di Atlante inginocchiato, di eroti alati, e capitelli ionici scolpiti nella pietra.